Conosciamo un po’ tutti, ormai da diverso tempo, il personale concetto di 'filosofia musicale' di Alessio Bertallot, oggi deejay rinomato che ha (avuto) il grande pregio di far conoscere alle ‘masse’ certi suoni con un discreto anticipo, mentre ieri vocalist degli Aeroplanitaliani, ensemble a suo modo destabilizzante - sicuramente più di quanto ci voglia far credere Elio con le sue Storie Tese - ad un festival di Sanremo di ormai qualche lustro fa.
Detto questo, i due cd pubblicati sul finire del 2001 sotto l’egida della V2, raccolgono alcuni brani che rispecchiano fedelmente le sonorità che più ama il Nostro da quando su un famoso network radiofonico conduce una trasmissione culto come “B-side”. E non è casuale che la prima traccia della raccolta provenga dal repertorio degli Zero7, band che nell’anno appena passato, secondo il parere dello stesso Bertallot, ha pubblicato l’opera migliore. Da lì in poi ne avrete per un’ora e mezza, ovvero altri 27 pezzi tutti pescati da dischi più o meno recenti (fa eccezione l’ultimo brano, “Island letter”, ad opera di Shuggie Otis, risalente al 1974) e nessuno di questi poco considerevole. Magari vi piaceranno alcune cose in particolare, come successo al sottoscritto con gli episodi firmati da Ursula Rucker, Groove Armada, Erykah Badu e Fellowship; ciò comunque senza sottovalutare le 3 tracce firmate dagli artisti italiani chiamati ‘a raccolta’, ovvero “Sienteme” dei napoletani Uazz, “Sei tu” dei milanesi The Dining Room (qui in versione remix) e finanche quella del titolare dell’opera, in coppia con Mo-Dus, per interpretare “L’attacco”, che inizia come se fossero i Soul Coughing e si inacidisce nel proseguio.
Natale è passato da un pezzo, ma se vi piacciono questi suoni, “Bertallosophie” dovete regalarvelo alla prima buona occasione.
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La recensione Bertallosophie vol.1 (2 cd) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2002-02-10 00:00:00
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