Joy Division uber alles. Noise a palla, urgenza lo-fi. Strepitanti e strepitosi.
Con alle spalle solo una tripletta di 7", gli HEBV appaiono maturi e capaci di ritagliarsi uno spazio importante nel multiverso indie italiano. Il loro è un incompromissorio e orgogliosamente urlato post-punk, intriso di tutto quel minimalismo nichilista intrinseco al genere, o semplicemente pieno di quella salda pulsione rock, che con formula arcaica diremmo: senza fronzoli.
Sorprende l'opener "Dead Mice", sia per verve che per rilettura personale di materiali alla Bauhaus. Urlata e più anglo della Regina, "Eat Sons", cui non sfuggono lembi di stelle-e-strisce molto evocanti le spigolosità roche di un Frank Black, o Pixies che dir si voglia. A chiudere il cerchio le oscure pendenze di "Zum", Joy Division uber alles. Noise a palla, urgenza lo-fi. Strepitanti e strepitosi.
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La recensione Dead sons [ep] di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-11-18 00:00:00
COMMENTI (3)
sarebbe un modo per far vivere il pezzo anche dopo il silenzio
magari non arriva, ma dovrebbe rappresentare uno sfogo personale che non ha fine
come un loop
in effetti esteticamente si potrebbe fare di meglio
ma forse è solo che sono troppo fan dei finali soul 60's quando i pezzi venivano tranciati selvaggiamente
saluti:)
Ma perché sfumare la 2° traccia così!?!?! :=
smettetela di impbrattare le fermate del bus