Assenza di colore. Il non-colore della terra più scura. Sicuri e misurati, ma manca quel tanto di grazia che rende il tutto credibile e avvolgente.
Assenza di colore, il nero più nero. Il non-colore della terra più scura che copre il corpo di Ofelia. E a seppellirla, con i corsi e ricorsi storici del caso, sono i Moth’s Tale, band friulana attiva dal 2002. Con “Burying Ophelia”, il gruppo di Udine non si accontenta di reimpastare il dramma della figlia di Polonio. Recupera perfino l'immaginario pittorico/figurativo, per l'esattezza Preraffaellita, di artisti che si sono ispirati alla tragica eroina, concretizzandolo in canzoni dark con la D maiuscola. Anima new-wave e accelerate post-rock.
La dipartita, l’assenza, è purtroppo anche mancanza di ornamenti e fregi. È sul ricamo quindi, per dirla chiaramente, che c’è da lavorare e da perfezionare. Il nero resta nero, non si sfuma né si dissolve. La monocromia (anche se di nero si tratta) è dovuta agli spiriti aleggianti dei soliti Cure e Joy Division, che con le loro imponenti ombre e scomode presenze avvolgono il sound globale, appesantendolo ed eliminandone l’immediatezza. I friulani non celano le loro influenze e i loro ascendenti musicali, anzi, questo concept album è una vera e propria dichiarazione d’amore per le due band appena citate. Dichiarazione d’amore e d’intenti, di riferimenti e di una poetica ben delineata. Nitida, tracciata. Brani emozionanti ce ne sono, ma tutto nella media, niente fuori dal “coro nero” della new-wave (quella di oggi, quella rivisitata) e nulla che possa bloccarci, inchiodarci durante l’ascolto.
Sono sicuri e misurati, ma carenti in materia di raffinatezza. Discreti ma con poca eleganza. Manca quel tanto di grazia in più che basterebbe a rendere il tutto credibile ed entusiasmante.
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La recensione Burying Ophelia di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-11-28 00:00:00
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