Non inganni il nome della band: qui non c’è nè Garage nè Orchestra. É solo un timido ossimoro, avrebbero potuto anche chiamarsi i Caldo Frigorifero o i Pioggia Asciutta. Non inganni nemmeno la presentazione del disco, dato che “The decision of Don Rodrigo” viene annunciato come un concept album diviso in quattro temi, ma tradisce questa aspettativa. Testi fumosi, personaggi non delineati, non uno straccio di storia, rimandi extratestuali che più banali non si può (come infilare “How many roads must a man walk down” in un testo, e bearsi della propria acuta citazione).
Per fortuna c’è un però, un grande però: è innegabile che i Garage Orchestra! siano in grado di scrivere belle canzoni. Sono lì a dimostrarlo “Don Rodrigo (heroes and villains)”, tra Kaiser Chiefs e Muse, “End of lightyear” con il suo riff gioiosamente paraculo, e la ruvida “Someday”. Il pop-punk è sicuramente tra le principale influenze della band varesina, che fino a qualche anno fa si chiamava The Scumbag e bazzicava proprio quella scena: non è un caso che diversi pezzi dei Garage Orchestra! (“Saving”, “Lastdayinmypast”, “Perfect Wrong Girl”) rimandino chiaramente ai NOFX, solo ripuliti, sterilizzati e confezionati per l’ascoltatore radiofonico. Questi brani sono comunque fra le cose più riuscite del disco, che però abbonda anche di ballate (ben quattro) pompose e dimenticabili: su tutte pesano la voce troppo effettata e gli archi, che vorrebbero tanto essere “Lucky man” e finiscono invece su “I don’t want to miss a thing”.
A conti fatti, “The decision of Don Rodrigo” è un lavoro riuscito a metà: aspettiamo i Garage Orchestra! al prossimo disco, più concentrati su ciò che sanno fare bene (pezzi catchy ed energici, che vanno dritti al punto e fanno muovere il culo) e meno su ossimori, ballate strappalacrime e concept fuori portata.
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