Un artista poco conosciuto e poliedrico, un grande disco fra elettronico, elettrico e umano. Un crooner alcolico e piacione che vuole sedurci. E ci riesce.
Beniamino Noia ha fatto un altro bel disco, davvero bello, di elettronica minimale e d’autore, dove gli strumenti entrano in loop e le canzoni si costruiscono per stratificazioni successive, come edifici che si elevano e si smontano sotto i nostri occhi, in una continua e feconda interazione tra elettronico, elettrico e umano.
Beniamino Noia canta di sentimenti, veri, profondi e intensi, col cuore in mano come suggeriscono le belle e violente foto di Malta Bastarda sulla copertina. Si tratta di un cuore sanguinante, ora ripiegato in se stesso, ora gonfio di rabbia, in cui i pensieri attraversano le canzoni come linee rabbiose di chitarra (“Cry”) o cori da lamentazione greca, che paiono nuvole che trasmigrano su cieli del colore di un televisore spento, su cui il canto si eleva come in un gospel da neuromante, che può ricordare artisti epocali e grandiosi come Anthony & The Johnsons o The Cinematic Orchestra (“Summer Rain”).
Beniamino Noia è davvero “Caught By Feelings”, anche se è capace di portarci a un “Hollywood Party” (già presente nel primo disco) caldo, tenero e soffuso, in cui si trasforma in un crooner alcolico e piacione che vuole sedurci (e ci riesce) con arpeggi che avrebbero fatto la felicità di quel visionario di David Crosby. Perché Beniamino Noia è così: una one man band che suona di tutto e tutto bene. Efficace programmatore di basi per pc, ottimo arrangiatore, bravo cantante, dal grande gusto nei cori, Beniamino Noia eccelle come chitarrista (e c’è chi se lo ricorda ancora, spettacolare chitarrista acustico, ai tempi lontani degli Infinity Within, parenti italiani dei Red House Painters).
Padroneggia l’electro industrial, riuscendo a mettere a frutto insegnamenti che vanno dai Nine Inch Nails ai Bloody Beetroots, ma sempre in maniera personale e, come dire, sottovoce (“Asti”, “1000 Lives”). Pur non avendo nulla a che spartire con Tom Waits, Beniamino Noia ne pare una versione nordestina calata nel terzo millennio: solitario, fuori dai giri, fuori dalle mode, creatore di grande musica. Non ne avete sentito parlare molto? Beh, chissenefrega: le vostre orecchie ne sanno molto più di voi. Dategli una possibilità.
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La recensione Cry di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-04-06 00:00:00
COMMENTI (9)
thanx assai, nadia knox
se è bello oh! molto bello!
hai fatto un album eccellente , in bocca al lupo !
e un grazie sentito a feedbaknoise, sul serio
....e sì che mi piacciono, come diceva schopenhauer, meglio una buona recensione che un calcio in culo alla romana....
tra le cose piu' interessanti ascoltate ultimamente , nell'uso dell'elettronica riminiscenze di J.Foxx di "metamatic" e "the garden" ma anche Tubeway Army, e direi anche i Gaznevada di " Dressed to kill " ( imho ) oscuro ruvido " inquietante " 9
...eddai che in fondo in fondo ti piacciono ste cose...
e sono soddisfazioni, eh
Grande Paolo!