Giusto il tempo per cercare di elaborare una forma di distanza critica, smettere di ondeggiare e muoversi al ritmo di musica ed ecco che arriva la versione remix della traccia che dà il titolo all'ep. "Warren", con il suo andamento R&B da fine festa a luci basse, suona come una sveglia a ricordarti che no, non ti sei miracolosamente teletrasportato in qualche remota zona degli States, non sei sul set di "Fratello, dove sei?" dei Coen, non hai lasciato l'incertezza da nuovo millennio per ritrovare il fiducioso ottimismo di qualche decennio fa. Eppure Warren suona proprio così.
Questa raccolta di b-sides comincia con una specie di filastrocca in stile indie-rock, tutta motivetto acchiappante, chitarre ritmiche e manipolo di felici vagabondi che fanno i cori. Con "White Dress" la voce profonda e perentoria e il basso dominante fanno largo a un mood polveroso e vagamente blues, che dà spazio anche ad un maggior dialogo strumentale. A metà dell'ep arriva l'intimità acustica, da cantautorato con voce roca, a fare da cornice alla discreta ma riuscitissima melodia di "Dried river". Ma è solo una breve parentesi, perché c'è ancora tempo per le ultime due tracce dal piglio deciso, tirato ed elettrificato. Divertente, sfaccettato e sfacciato musicalmente, "Warren" è una fugace ma intensa conferma per i The Jackie-O's Farm.
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