Avevo lasciato i Suburbia 3 anni fa con “Folk space”, uno dei demo migliori ricevuti all’epoca (era il 1998) e che tutt’oggi non sfigura di fronte a produzioni ben più mastodontiche; all’epoca, tra l’altro, i 3 milanesi avevano affidato il mixer a Fabio Magistrali, mentre per l’esordio ufficiale chiamano Lele Battista, leader dei (già bolliti?) La Sintesi, a manovrare bottoni e cursori in sala di regia.
Se quindi all’epoca del ‘Magister’ il taglio era decisamente più indie - risultato sia di cause che di necessità… -, oggi il sound ha invece una connotazione pop che, per fortuna, non è sinonimo di leggerezza e superficialità. In sostanza, non si è cercato il ‘radiofonico-a-tutti-i-costi’ - che 99 su 100 significa spesso sputtanamento - ma si è tentato di rendere ancora più universale il proprio linguaggio musicale. Lampante, in questo caso, la reprise proprio di “Folk space”, rimasta invariata nella struttura ma arricchita di nuove e significative sfumature che ne arricchiscono la melodia. Stesse identiche considerazioni meritano anche le riletture di “Grazie”, “Nuova” e “Bella gente”, contenute nel demo del 1998 e forse ancora più convincenti delle prime versioni. D’altronde il discorso è sempre il solito: se una canzone è degna di questo nome, in qualsiasi modo la si abbiglia, il risultato finale è (quasi) sempre soddisfacente.
Il resto dell’opera, ovvero tutte le altre tracce composte per l’occasione, non contraddice quanto scritto finora: il gusto ‘pop’ - forse più nell’attitudine che nelle trame - pervade ogni singolo episodio, senza però mai risultare indigesto. Naturalmente lo spettro di suoni coperto è molto vasto: dalle scariche rock di “Anche perché”, “Non sei più quello che sei” e “L’amico che ho” si passa ad atmosfere speziate tanto di psichedelia (“Contrario” e la già citata “Folk space”) quanto di influenze targate David Bowie (“Nuova”), fino ad arrivare a esperimenti vagamente hard (“Gabbia”) contaminati nei cori da diaboliche citazioni simpaticamente stoniane.
Promozione a pieni voti, quindi, per questa prima prova sulla lunga distanza dei Suburbia, abili nel realizzare un disco ricco di bei suoni in un contesto pop(-rock) assolutamente gradevole.
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