Un viaggio nelle zone d’ombra. Una passeggiata dove la luce arriva a fatica. Un soggiorno nello scantinato della propria coscienza. La colonna sonora di questo salto nel buio è fatta di suoni sintetizzati, melodie aspre e una cassa dritta che non smette mai di pulsare. Schegge acide, una passione per l’alterazione del suono e una voce che spesso e volentieri fa il verso alla new wave anni ’80. La superfice è decisamente industrial ma in sottofondo qualcosa ricorda anche l’esplosione della house degli anni ‘90 , tipo “Dubnobasswithmyheadman” degli Underworld per intenderci. Come se i Depeche Mode si mettessero a riarrangiare i brani del reverendo Marilyn Manson.
“And choking and breathing” è un album intenso e coerente, piacevole da ascoltare in cuffia con i bassi che perforano i timpani, la drum-machine che non ti molla un attimo, mentre le chitarre tessono trame orecchiabili che si infilano subito in testa. Un debutto interessante e una band da tenere assolutamente a mente. Purtroppo si fatica a trovare un tratto distintivo, una vera personalità che sicuramente è nascosta da qualche parte ma spesso viene calpestata da un suono non troppo innovativo. Entrate in questo tunnel buio, lasciatevi trasportare. Una volta arrivati in fondo, non aspettatevi di vedere la luce: il viaggio, però, potrebbe essere davvero interessante.
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