Un punkettone in piena regola, ora figlio della strada come lo furono i grandissimi Remplacements, ora più convenzionale e scontato, influenzato dallo stile macho del Ligabue nazionale, il che per qualcuno potrebbe anche essere un complimento.
Quattro brani trascinanti che giocano sulle accelerate improvvise e sulla tagliente voce di Jenny: mi piace immaginarla come una di quelle cantanti della provincia americana vestite di jeans e con il cappello da cow-boy.
Quattro pezzi da cantare a squarciagola sotto la doccia.
Il problema, quando ti trovi davanti a simili lavori, è risolvere l’eterno dilemma: essere contenti perché scorre tutto liscio o (da cronico insoddisfatto) pensare che manca qualcosa, forse la spinta creativa che marchia i dischi migliori?
E’ domenica, sono a pezzi, meglio lasciarsi trascinare dall’energia degli Smiley Tv e non fantasticare (come sempre faccio) su quelle diavolerie noise-elettroniche che infestano la musica del 2000.
A ognuno il suo compito: da una parte gli innovatori, alla ricerca del ‘sublime’ e del ‘geniale’, il più delle volte pura spazzatura riciclata; dall’altra i tradizionalisti che, meno protesi verso lo spazio infinito, si limitano a suonare del rock & roll vivo e pulsante: io non potrei vivere senza.
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La recensione Demo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2002-02-22 00:00:00
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