Mentirei a me stesso se non vi dicessi che prima di pigiare il tasto play sul mio lettore non abbia riso malignamente del cattivo gusto di questo packaging, così orribile su una grafica maledettamente fuori da ogni canone. Ancor di più se negassi che la somiglianza di questo Macola con l'inquietante Andy Luotto sia irritante. Ma sarebbe altrettanto ingiusto non elogiare le gesta del talentuoso Marcello Mazzola, in arte Macola, e dei suoi Vibronda, pregevole ed abilissimo ensamble. Sì, perché "Rovente" è un disco "brioso" come raramente se ne ascoltano di questi tempi e già solo questo ne fa un piccolo capolavoro.
Il mix non è davvero inedito: folk, reggae, ska, world music, secondo la definizione troppo semplicistica della patchanka ma l'esito è distribuito in undici pregevoli tracce che ti fanno maledire il giorno in cui ti sei detto che era musica da lasciare in soffitta. "Rebelde" è un tripudio latinpop che non mi trascina nel gioco al massacro di trovarvi delle implicazioni metafisiche e che associo più alla soap messicana che a qualcosa di caposseliana memoria. "Adesso" attraversa i fiumi reggae di Vallanzaska e milioni di altre cose ma senza annegare nelle rapide qualunquiste e restando in ambito easy, così come easy è anche la successiva "Le mie prigioni" che ci ricorda tanto il freak-folk di "Me cago en el amor" del "poeta" emerito Tonino Carotone. "Revolver" guarda, anche se non troppo da vicino, al poliziottesco anni '70, un po' stile Calibro 35. E poi swing, pop ed ancora folk. Tra le poche belle cose degli anni '90, il bolero di Ravel e la Bandabardò. Poi il duetto con Naomi Sindona di "Due come noi": delizioso, vibrante, intenso.
Numerose le collaborazioni e i contributi (stabili quelle con Redska e Khorakhane) che servono a rendere ancora più eterogeneo l'amalgama. In questo plumbeo, freddo autunno era proprio ciò che di cui avevo bisogno.
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La recensione Rovente di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-10-20 00:00:00
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