Il cantautorato post-rock, sporco e sofferto: Nick Cave ha corrotto i Merçe Vivo. Ha portato alla deriva rovinosa liriche e sound della band torinese, oggi al terzo album, iniettando dosi di tormento ed estasi nelle sette tracce che compongo "lasortedelcanecheleccalama". Ed Erri de Luca ha fatto il resto con il suo romanzo "Montedidio", contaminando Lukasz Mrozinksi, autore dei testi, nonché cantante e chitarrista. Illuminato così dagli affreschi/squarci dello scrittore napoletano, ci restituisce una visione controversa quanto contraddittoria del concetto di vittima e carnefice, delle perversioni legate alla sfera della violenza.
Le influenze: in "Helika", uno dei brani più intesi e riusciti, riecheggia lo spirito di "Death is not the end", del sopracitato Mr. Cave. In "Ritorna" e "Oceanomare", altri due pezzi "centrati" e vigorosi, si palesa la riconoscenza e l'amore incondizionato per i Virginiana Miller, Paolo Benvegnù e ovviamente per i Marlene Kuntz. "Ivre" chiude il disco con una cavalcata grunge e la sua straziante coda strumentale.
Con questo album, i Merçe Vivo si confermano come una realtà molto interessante e in trasformazione. Certo, non sono ancora giunti alla completa maturità artistica. Paragonando questa loro ultima prova ai precedenti due album, si riscontrano però notevoli migliorie sul piano della scrittura, della composizione e degli arrangiamenti, ma ci sono ancora sbavature, imperfezioni, indecisioni. Purtroppo non brilla né il livello qualitativo delle registrazioni né il sound complessivo. Aspetto il prossimo disco.
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