I Deceit erano una coverband e questo l'avevo intuito ancor prima di leggere la loro biografia, innanzitutto dal nome, omaggio ai Mad Season. Il passato trascorso a omaggiare il Seattle Sound è rimasto come una traccia indelebile nelle tracce del loro EP omonimo, che, oltre a tutti gli stilemi del grunge, riporta alcune intuizioni melodiche riconducibili agli Incubus, ma è sporcato qua e là da un post-hardcore di derivazione Alexisonfire (ascoltare a proposito “Riff @ 1”), più alcune atmosfere più complesse che ricordano vagamente i Muse della prima ora, come in “Into your hole”.
Nulla di male si può dire riguardo i Deceit, che suonano bene e incidono cinque tracce nel complesso piacevoli, ma fin troppo scolastiche nel riportare le influenze citate, senza presentare importanti guizzi di originalità. Piaceranno agli irriducibili del genere, ma nulla aggiungono agli ascolti che abbiamo già masticato e digerito da quindici (ma anche venti) anni a questa parte.
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