I Don Turbolento mettono da parte la dimensione funny dell'esordio e si lanciano verso soluzioni decisamente più hard
Li ricordavo leggermenti diversi i Don Turbolento: a distanza di 3 anni dal disco omonimo, tornano sulle scene con "Attack!", un nuovo lavoro in cui mettono da parte la dimensione funny dell'esordio e si lanciano verso soluzioni decisamente più hard. Tanto che, per fare un paragone, se nel 2008 avrebbero potuto accasarsi alla Dfa di James Murphy (Lcd Soundsystem), oggi a tratti ci paiono più una band del catalogo Nothing (per intenderci, la label per cui i Nine Inch Nails di Trent Reznor hanno pubblicato gran parte dei lavori).
Ciò non significa che i due bresciani abbiano spostato significativamente il loro baricentro artistico, ma la sensazione è che siano affascinati maggiormente da quel tipo di atmosfere. Così facendo, l'ibrido che si genera incrociando i diversi elementi si rivela quasi sempre all'altezza delle aspettative; come avviene ad esempio in "Sms in a bottle", che inizia proprio pescando dal repertorio Dfa per poi finire in un crescendo che ricorda le derive industrial firmate Trent Reznor.
Al contrario, la traccia che dà il titolo al disco è una canzone a senso unico, ovvero un assalto tra l'electro e l'industrial che lascia senza fiato e che potrebbe spopolare nei dancefloor di mezzo mondo, se mai qualche dj di grido volesse provare a remixarla. Discorso identico per la successiva "Tanzen Dusseldorf", traccia che per alcuni versa sembra richiamarsi (non sappiamo quanto consapevolmente) ai Kraftwerk, anche se il duo non si limita a ricalcare il modello ma contamina il tutto con una carica notevole di adrenalina.
Peccato, invece, per "Evil heaven", canzone a suo modo anche interessante (è la ballata della situazione), ma che spezza decisamente il ritmo se piazzata in tracklist a metà dell'opera. Per fortuna si recupera subito con "Don Talk", altro ipotetico singolone, che coniuga ritmi danzerecci ed elettronica in maniera così disinvolta che gli ultimi Rapture proverebbero un pizzico d'invidia.
Purtroppo non funzionano altrettanto bene "This time" e "Don'T", gli unici due episodi in cui il gruppo non sembra esser riuscito a trovare la quadra, finendo per proporre qualcosa che ci appare poco più di un riempitivo. Tanto meglio la penultima "Desert line", dove ospitano Max Collini degli Offlaga Disco Pax per un featuring che forse avrebbe meritato una diversa e migliore collocazione nell'economia complessiva della canzone - per intenderci un'operazione più ragionata e meno copia-e-incolla.
A "Mean it", infine, il compito di concludere il disco con un'altra bella scarica di energia; peccato che proprio la traccia precedente avesse le giuste caratteristiche e l'atmosfera giusta per chiudere degnamente il sipario. Ciononostante, "Attack!" ci pare complessivamente un buon disco, con alcuni spunti notevoli, ma numericamente inferiori rispetto a quanto avvenne all'esordio. Ci aspettiamo perciò cose sfavillanti dal vivo per ricompensare la (seppur piena) sufficienza.
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La recensione Attack! di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-11-29 00:00:00
COMMENTI (1)
Gustosissimi!!!