Da Snowdonia, un tuffo nella tradizione, con afflato sperimentale e timide fughe in avanti.
Oscuro e torbidamente kafkiano, l’opener “Limiti Urbani”, si rivela proto-wave electro, liricheggiante e sontuosamente classica, tra un Battiato d’annata e i sogni fluttuanti del letto volante in coperina. I Throbbing Gristle sembrano passeggiare (“Rumorbianco”) assieme a ricorrenze kraute lungo le direttrici del disco, come se Neu!, Can e Tangerine Dream fossero qualcosa di più che semplice ispirazione (“La rinascente”, “Tutto ciò che ci tiene legati”). In reverse, il pop seppiato, e stranamente canterburiano, di “Come morire in un sogno”.
A leggere in filigrana, tutt’altro che provocatoria, la nuova produzione Snowdonia appare un atto di amore inconcusso verso la tradizione, lisergicamente battuta, ma senza l’abituale ridondanza adusa a produzioni di questo tipo.
E’ un disco volutamente esoterico, estenuante ma circostanziato, agito da una pulsione sincera verso territori fondanti, tra surmodernità e passato ancestrale.
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La recensione Il santuario della pazienza di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-12-05 00:00:00
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