Lo ska è un genere che, pur essendo passato attraverso scosse di assestamento abbastanza brusche, con le evoluzioni degli anni '70 e '90, rimane ancora oggi molto (troppo?) fedele alle sue rootz. Forse questa è una ddelle ragioni per cui le band ska brillano per longevità, e quelle italiane non fanno certo eccezione, visti gli esempi di Statuto, o, per l'appunto, dei Vallanzaska.
La band lombarda, infatti, gira in scioltezza la boa dei 20 anni di carriera, chè tanti ne sono passati dagli inizi come cover band dei Madness, e per non sbagliarsi lo fa con un'antologia. La peculiarità di questa compliation sta nel fatto che la tracklist non è stata scelta dai diretti interessati, quanto invece dai fan della band che hanno votato su Facebook i propri pezzi preferiti e la copertina, fino ad arrivare a dare forma alla versione definitiva del disco.
Il risultato, però non è probabilmente tanto diverso da quello che avrebbero scelto i componenti della band: questa antologia è una riproduzione abbastanza fedele della storia del gruppo, dai tempi di "Otto etti di ottagoni netti" e "Cheope" fino a "iPorn". C'è lo spazio per vedere i tutti i vari temi che hanno ispirato i testi nel corso degli anni, dal deciso disimpegno di "Cheope", "Trattoria" o "Cime", ai tentativi, non riuscitissimi, di affrontare temi più seri ("Hanno ucciso Paperoga"). Una menzione - più locale del TG3 regionale - va fatta per "Milano Sings", appello contro la mancanza di spazi per i live a Milano.
Minore invece lo spazio per le suggestioni musicali, proprio perchè il genere non lascia grandi spazi di manovra, e quindi via andare con chitarre in levare, stacchi di fiati e cori, con qualche limitata divagazione, come "Boys from Comasina". Tutto sommato però, questo è un omaggio alla coerenza e alla "fedeltà alla linea" dei Vallanzaska, quindi non avrebbe senso aspettarsi niente di diverso dal sound che portano in giro da anni, nel bene e nel male.
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