Carini, pigri di testa, benvestiti. La cosa che io trovo adorabile dei Distanti è il loro sembrare svogliati e trasandati, senza impegno, come se si svegliassero la mattina con un po' di tempo da perdere e dicessero "sì dai, facciamo un paio di canzoni". Anche se nella realtà non è affatto così, perché il primo album era estremamente più raffinato del primo ep, e questo "Mamba Nero" è a sua volta estremamente più raffinato di "Enciclopedia popolare della vita quotidiana". Lo si sente nella voce, che si è stabilizzata, si percepisce che non è solo urlo ma è una bella voce, e nella musica, ora definita, con la chitarra che lascia ad intendere neanche troppo velatamente di essersi imbarcata sulla via dei La Quiete.
L'altra cosa bella dei Distanti è che non cantano di politica e attualità, non ci pensano neppure, ma risultano involontariamente politici e attuali, perché tutto quello che esce da loro è puro distillato della brutalità di avere vent'anni spaccati nel 2011. Quello di "lungo termine" è un concetto che non è neanche lontanamente immaginabile, la progettualità per noi ventenni può arrivare al massimo fino a dopodomani, e la più grande aspirazione che possiamo avere è una coperta elettrica per stasera ("A fine giornata", la mia preferita). Ma se la speranza non ci è data, perlomeno possiamo prenderci la magra consolazione di definire montalianamente quello che non vogliamo diventare, per esempio una di quelle coppie tristissime e già morte, tipo quelle che vedi in treno che per tutto il tragitto non si scambiano una parola, e neppure uno sguardo (lui le cose di casa, lei una voce baritonale / ce ne sono ancora, sì, ma sono finiti a prendersi a morsi con i coltelli, da "Astronomie").
"Mamba Nero" non ha niente a che vedere con "Enciclopedia…", non è immediato, non è naturale. Però è sofferto, molto sofferto, scava e ingigantisce quel buco allo stomaco che una canzone come "Appunti per una stagione virtuosa" aveva aperto, e lo fa diventare un tunnel. Io ho ascoltato solo questo per tutta la settimana e mi ha fatta stare un po' male. E credo che dire che fa stare male sia tutto sommato uno dei migliori complimenti che si possano fare ad un disco.
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La recensione Mamba Nero di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-11-14 00:00:00
COMMENTI (4)
mah, il black mamba più famoso che ci sia è Kobe Bryant... chissà se i distanti sono appassionati di pallacanestro
Bello bello bello. Ancora una volta bravissimi.
Bellissimo. "A fine giornata" ha un accenno di melodia che mi lascia inchiodata alla sedia.
belli Distanti! mi piaccc
ma il titolo dell'album cos'è un tributo a Kill Bill?