Questo disco, che è un insieme perfetto di coesione, classe e accessibilità, è una meraviglia e chi se lo lascia sfuggire merita solo compassione.
Che bravi. I Julia Ensemble sono una bellissima sorpresa. Di quelle che rischiano di rimanere nell'ombra. Colpa di una discografia in mano ai protagonisti dei talent show che, con quei sorrisi un po' disperati a favore di telecamere, raccontano una musica che ormai per le strade non esiste più. Qui invece c'è roba fantastica, brani strumentali di primissima qualità come non se ne sentono dai tempi dei Rachel's.
Paragone non casuale, per via delle affinità stilistiche che stanno alla base della proposta dei Julia Ensemble, anche se in questo caso ci sono pure sprazzi di Broken Social Scene nella loro declinazione più sperimentale e intransigente.
“G Song”, traccia che apre l'album, è uno struggimento di chitarre acustiche, pianoforte e malinconia, come se il post rock avesse perso la voglia di nascondersi tra i riverberi e le distorsioni e volesse tornare a sedurre con la sola forza delle sue inarrivabili melodie. Questo disco, che è un insieme perfetto di coesione, classe e accessibilità, è una meraviglia e chi se lo lascia sfuggire merita solo compassione.
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La recensione s/t di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-11-24 00:00:00
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