l garbo delle melodie e il gusto di atmosfere d’altri tempi sono i principali aspetti di questo esordio dei Bal Musette Motel. Da tenere d’occhio
La prima volta che ho ascoltato i Bal Musette Motel erano ad una serata al Teatro Valle Occupato, a Roma. Erano prima dei Marlene Kuntz e dopo ore interminabili di altre esibizioni poco brillanti. Fu come una sveglia, una ventata di ossigeno, una piacevole sorpresa: la band stava su quel palco antico con garbata ironia d’altri tempi, riuscendo a richiamare l’attenzione della platea un po’ rumorosa e disordinata, come in un fumoso jazz club degli anni ’30.
“Tutto il male vien per nuocere” è il primo album della formazione romana capeggiata da Tommaso Di Giulio: un incrocio di temi, echi e rimandi musicali in cui sono proprio la leggerezza e l’efficace garbo della melodia a fare da filo conduttore. Il nucleo dell’album è quello di sonorità pop-folk in cui alla spensieratezza della chitarre acustiche fanno eco gli accordi in controtempo delle tastiere; sopra si muove la voce piena e un po’ retrò di Tommaso che tesse racconti di ironica dolcezza. Il singolo estratto, “Le mie scuse più sincere”, ne è sicuramente l’esempio meglio riuscito, ma anche in altri pezzi come “Domenica: Natale” e “In confidenza” la formula riesce accentuando talvolta aspetti più dichiaratamente pop. Nell’album, però, c’è posto anche per una maggiore elettricità che compare ogni tanto in un ibrido pop-rock come nel caso di “Digiuno”, la pungente “Bear in Underwear”, “Monitor”, canzoni forse più acerbe, maneggiate con meno confidenza, che però indicano il potenziale della band aprendo a nuovi possibili incontri e incroci musicali. Sul finale un insolito e bonario tributo a Lady Gaga.
Un disco piacevole, che si ha voglia di riascoltare, vario, divertente, che non si prende troppo sul serio. E per un debutto può senza dubbio bastare.
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La recensione Tutto il male vien per nuocere di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-12-09 00:00:00
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