Una scarica elettrica a base di hardcore melodico. Una debutto che scuote, il giusto.
La spontanea supponenza dell’adolescenza si infila tra le crepe di questo muro hardcore. L’edificio per ora resta in piedi, ma si regge su fondamenta tanto scivolose quanto deboli. Come a dire che, quando ascolti questo disco, dopo sessanta secondi hai già capito come e dove andrà a finire.
Il raggio d’azione è limitato praticamente al solo campo dell’hardcore melodico e viene subito in mente il punk californiano degli anni ’90. Il riferimento più evidente sono gli Strung Out, anche se non quelli dei tempi migliori. A tratti, questo disco sembra un prodotto per nostalgici di un periodo morto e sepolto, che si regge solo sui grandi nomi del passato, dinosauri che prima o poi moriranno. A essere meno cinici si può guardare al risultato, che non è per niente male, e lasciarsi trasportare da questa botta di adrenalina pura.
Col tempo si cresce, certo, ma la spontaneità di questi ragazzi colpisce piacevolmente, anche perché si mescola a un’intensità che trasuda passione autentica. Il quartetto gioca a carte scoperte fin dalla prima nota, dando sfoggio anche di una certa tecnica. Le canzoni mettono al centro emozioni personali o impeti di rabbia agrodolce. Le parole prendono la direzione delle chitarre e rimbalzano nel drumming furioso. “Don’t waste your time” e “My girlfriend is so hot” sono pezzi buoni e affilati, ma ricalcano troppo gli stilemi del genere. Il meglio arriva con sorprendenti inversioni di rotta (“Jack Elackson”) o nelle variazioni sul tema che strizzano l’occhi allo screamo (“Orango dance”).
Il debutto dei 1000 Degrees forse passerà inosservato a chi non frequenta abitualmente il sottobosco punk, ma, a quelli che sono in sintonia con quel ritmo, l’ascolto di “Has already past” farà sicuramente battere il cuore.
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La recensione Has already past di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-12-16 00:00:00
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