Folco Orselli
Generi di conforto 2011 - Cantautoriale

Generi di conforto

Un'eco di cinema per un album autoprodotto che merita molto di più di un passaggio sonoro (e visivo) fugace.

La coperta (sul divano) d’inverno. Che siate puri ascoltatori o visionari telespettatori, che stiate pensando ad una colonna sonora o vi stiate immaginando un film, con un titolo così cosa vi potrebbe venire in mente se non calore, protezione e senso di pienezza? E’ proprio quello che suggerisce Orselli, quando spiega il titolo del disco defininendolo un genere di conforto, efficace come il cioccolato o la sigaretta scacciapensieri. In questi freddi pomeriggi di questi tempi incerti sono davvero bisogni primari.

L’atmosfera intimista, viste le premesse, è quindi d’obbligo e il risultato d’insieme esalta la forza evocativa della musica sul testo, dove l’incedere delle tracce è come il susseguirsi di scene cinematografiche e noi rimaniamo rapiti dalla trama e dai personaggi. E dalla colonna sonora, soprattutto. Non è certo un caso se, al di là delle influenze musicali internazionali, qui si respiri il (e ci si ispiri al) grande cinema, da Sergio Leone a Charlie Chaplin. La produzione di Vincenzo Messina rende perfetto lo sposalizio tra gli arrangiamenti e l’intero ensemble musicale, arricchito dalla presenza dell’Orchestra d’Archi Cantelli.

“In caccia di te” è la canzone d’amore per eccellenza, “In equilibrio” non poteva chiamarsi altrimenti, visto il suo sinuoso scorrere tra le note senza cadute, mentre “La ballata di Piazzale Maciachini” testimonia la capacità dell’arte (che sia la settima o un’altra poco cambia) di mostrare il grigio quotidiano come uno scorcio di estrema bellezza, da scoprire dietro proprio l’angolo.

Basta parole, non ne servono più. Bastava guardare il libretto pittorico di Renzo Bergamo, dall’acceso gusto espressionista, per capire che sarebbe stato uno di quegli album che ti si insinua sotto pelle.

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