Sono tre giovani livornesi, dotati di inventiva e sapienza tecnica, a nascondersi sotto lo pseudonimo “Le Gorille”, termine tratto da una canzone del cantautore francese Georges Brassens.
Composto da undici pezzi strumentali di genere diverso tra loro, “Nautilus” ha il pregio di possedere un’anima unica ed originale. Senza bruschi stacchi tra un brano e l'altro, ha una piacevole linearità che dà all’ascoltatore la sensazione di un naturale processo di trasformazione e divenire. Piccolo capolavoro strumentale, l’album può essere definito un collage di suoni echeggianti epoche diverse, con suggestioni anni ‘50, ma anche sonorità tipiche degli anni ’60 e ’70, che, nell’insieme, conferiscono un raffinato tocco vintage a tutto il progetto, riportando alla mente colonne sonore e immagini di vecchie pellicole cinematografiche.
Tema musicale dominante è un sound jazz e rock, innervato da influssi wave e psych, ma non mancano tocchi di soul, blues e surf. Quanto all’assenza della parte vocale, non se ne avverte particolarmente la mancanza: permette a chi ascolta di concentrarsi maggiormente sugli arrangiamenti musicali, ricchi di passaggi e dettagli interessanti, che altrimenti rischierebbero di sfuggire.
Una notizia in più: due brani di uno dei componenti del gruppo, Claudio Laucci, sono stati inseriti nella colonna sonora de “La prima cosa bella”, film del 2010 di Paolo Virzì, per cui non mi stupirei di veder comparire il nome de Le Gorille in uno dei prossimi film di qualche altro rinomato regista.
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