Dovrebbe essere il primo lavoro dei Marla, questo ep di quattro pezzi che, registrato nel gennaio 2001, potrebbe non rispecchiare più appieno i loro sentimenti. Se sottolineo questi particolari lo faccio principalmente per trovare qualche attenuante a un gruppo che si mostra d’acchito interessante, ma che alla fine dell’ascolto non riesce a lasciare un segno distintivo. Il quartetto modenese ha sicuramente molte interessanti fonti alle quali ispirarsi, ma purtroppo gruppi come Karate e Motorpsycho, nelle loro accezioni più raffinate, cominciano a mostrare la corda, soprattutto in un paese come l’Italia che ha tributato ai suddetti tributi di stima quantomeno esagerati.
Nelle sonorità dei Marla compaiono anche echi degli Slint, un gruppo di un’influenza determinante per il panorama musicale dell’ultimo decennio che ha visto il rock strumentale prendere il sopravvento su quello ‘cantato’. Ma la carriera degli stesi Slint si è fermata nel 1991: scoprirli adesso significa arrivare un po’ in ritardo. Insomma dei quattro brani di questo ep il più interessante mi sembra “Noel”, quello in cui compaiono soluzioni più personali, benché anche in questo caso ci si rivolga a una psichedelia abbastanza corriva. Il resto suscita più noia che altro.
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