Prima di recensire questo terzo lavoro firmato dai Kleinkief, decido di far passare un lungo periodo di tempo per assorbirne il contenuto; “D’amortelocanto”, infatti, è un’incredibile miniera di suoni ‘nuovi’ rispetto a quanto i ragazzi finora avevano inciso su cd. E se comunque il precedente “Colori dolciumi fotocopie” aveva mostrato una band sempre tesa alla ricerca di nuovi percorsi, quest’opera fuga ogni dubbio in merito all’indole ‘nomade’ dei ragazzi.
D’altronde, già fin dall’intro pianistico di “Kiz” si intuisce chiaramente che gli intenti dei Nostri sono differenti da quelli passati; “Emporio”, come già ricordato altrove, sembra flirtare con gli ultimi Mercury Rev, mentre la successiva “Thomastarlovexpress” è dalle parti dei Belle & Sebastian (come lo è anche “Fragole”). E l’aspetto che più sorprende del disco è che nel proseguio dell’ascolto le atmosfere si fanno sempre più rarefatte: “I giardini” è un lungo affresco melodico che vi procurerà qualche brivido, per non parlare di “Setyoureyes”, traccia che scoprirete nei suoi minuziosi dettagli dopo ripetuti ascolti.
Se poi vogliamo fare proprio i pignoli, anche le distorsioni non mancano: “Doriansong”, ad esempio, nei suoi climax ne fa trasparire qualcuna, ma è di fatto poca roba. E non ci sembra il caso di fare i nostalgici, visto e considerato che le nuove vesti tagliate per abbigliare queste canzoni sono spesso di stoffe pregiate. Magari la debolezza dei Kleinkief sta forse nel fatto che sembrano ancora un po’ inesperti (incerti?) nell’uso delle forbici, forse perché alla ricerca di un’omogeneità di fondo che alla fine dell’ascolto lascia un po’ interdetti ma ugualmente soddisfatti.
Procuratevi comunque “D’amortelocanto”, soprattutto se volete investire anche voi in un progetto che da queste parti sosterremo senza alcuna perplessità finchè i risultati saranno sempre così piacevolmente sorprendenti.
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