Un disco del quale non si sentiva la mancanza
Più proseguo con gli ascolti di quest'opera e più non mi capacito del fatto che alle soglie del 2012 in Italia si pubblichino dischi del genere. "Caro petrolio" rappresenta infatti, più che degnamente, la categoria "uscite più inutili dell'anno in corso". E faccio moltissima fatica nel trovare le parole giuste per raccontarvelo, considerando che l'aggettivo più ricorrente sarebbe "imbarazzante".
Eppure, leggendo i credits dell'album, tutto ci saremmo aspettati tranne che un simile risultato. Leggendo che "[…] tutto nasce a New York con l'incontro di Maurizio Nicotra, storico produttore discografico catanese, figura di spicco negli anni della “raggiante Catania” e collaboratore del mai dimenticato Francesco Virlinzi, raffinato sound engineer di artisti come Jovanotti, Eros Ramazzotti e Tiziano Ferro, nonchè fondatore insieme a Carmen Consoli dell’etichetta discografica Due Parole", infatti, mai ci saremmo immaginati un simile esito.
Insomma, una sfilza di nomi e situazioni (a cominciare dal binomio NY/Catania) tale, da farti pensare che, dietro a Gill & co., ci sarebbe stato un progetto di spessore, che avrebbe sbaragliato la concorrenza in un sol colpo.
E invece, appena attacca la title-track rimani sbalordito: quella che vorrebbe essere una denuncia nei confronti dell'imperialismo americano si rivela un'insensata canzone, che affronta il tema grazie a quest'efficacissimo ritornello: "Nero d'Africa, nero d'abbronzatissima, nero di pietra lavica, nero alla Casa Bianca". Come se non bastasse la successiva "Generazione scooterone" raddoppia la posta in quanto a insensatezza: a chi é rivolta realmente la critica? Quale situazione vorrebbe denunciare Gianluca Gilletti quando canta "C'è poca massa critica quando ti stendi / quando la vita è una clessidra di sentimenti"?
Terminato l'uno-due iniziale, quantomeno le successive 9 canzoni si lasciano ascoltare, probabilmente perché si cambia registro e gli arrangiamenti virano verso un cantautorato che prende ispirazione dai soliti nomi del giro (Tetès de Bois ad esempio, ma anche Il Parto delle Nuvole Pesanti o Federico Sirianni). Ciò non toglie, alla fine di tutto, che “Caro petrolio” nulla aggiunge al panorama musicale dello Stivale, collocandosi - quando va bene ed evitando cattiverie gratuite - nel solco di un genere già ampiamente affollato e poco incline a trovare inedite vie di fuga. Tanto vi basta?
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La recensione Caro Petrolio di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-12-21 00:00:00
COMMENTI (1)
Ho scoperto Gill&Co a santa margherita ligure durante il premio bindi, stavano eseguendo una canzone di umberto bindi : appuntamento a madrid. Il pubblico era sconvolto. in quel contesto molto elegante e purista nessuno si aspettava le chitarre distorte e i loop psichedelici accanto al pianoforte a coda: INTERPRETAZIONE MEMORABILE.
Da quel giorno li ho seguiti piu' da vicino. Ho ascoltato le prime canzoni di gill su rockit, ho letto la prima recensione con apprezzamento e condivisione, ho camprato il disco tramite rockit, insomma sono un utente di rockit.
ora leggo sta recensione di faustiko e sto per vomitare.
credo che fascismtko non abbia neanche ascoltato il disco o abbia perso si e no 10 min. nell'ascoltarlo, è l'unica possibilità per salvare la reputazione di fascimstko e anche di rockit a questo punto.
al primo ascolto CARO PETROLIO non si capisce. come tutti i capolavori ha bisogno del secondo ascolto, e del terzo, è un disco programmaticamente eterogeneo questa potrebbe essere una critica seria!, oculata!
e invece fascismtko liquida tutto riportando anche il testo sbagliato di una canzone che ha il ritornello in LATINO!!!! nel 2012!!!!!!!!!
caropetrolio è la canzone di 1984, del versificatore di orwhell!! fauscismtko lo sai di cosa sto parlando? , e poi il giocatore cita ciampi e dostoievskji, il bernoccolo Flaubert, prospettiva nevskji cita Gogol, etc etc
sei davanti ad un fenomeno fascismtko inchinati!
cambiero' posto dove cercare musica veramente indipendente e dove leggere cose che mi assicurano una certa professionalità.
ROCKIT (hai vergognosamente toppato!) TUTTA ROBA ITALIANA.... E SI VEDE.