"Una mistica danza di suoni impossibile da classificare in un solo stile": ci rifugiamo, come spesso accade, nelle classiche note stampa per individuare le possibili coordinate di un gruppo che giunge al traguardo del primo cd dopo un demo uscito ormai più di due anni fa e contenente sia "Sogni" che "L'infinito cerchio", due buone canzoni che compaiono anche in questo lavoro.
La band veneta ha chiaro fin dagli esordi il suo percorso musicale, sospeso tra vaghi rimandi alle melodie indiane e certe soluzioni tipiche che rimandano principalmente al sound dei Timoria e dei Karma. L'iniziale "Mantra" ha molti punti di contatto con i Kula Shaker dell'esordio, come magari il cantato di "Libera l'idea" richiama il rap dei tempi andati dei 99 Posse e si incrocia con i Korn (!).
Forse il difetto del quintetto sta proprio nel somigliare troppe volte alle proprie fonti ispirative, e non basta il tentativo di contaminare (discretamente) i vari generi per ottenere un sound che eviti di etichettarli definitivamente. Certo questi primi sei pezzi denotano già una maturità non indifferente, soprattutto se si considera che il gruppo ha poco più di due anni di vita e riesce comunque a centrare gli obiettivi minimi.
Le liriche, naturalmente, richiamano certe atmosfere 'spirituali', risultando a volte un po' troppo scontate, anche quando in "Aghi mortali" si gioca la carta del problema droga. Pur con tutte le annotazioni del caso gli Empatia meritano il nostro incitamento perché comunque coraggiosi nel loro tentativo di ricerca e capaci di dar vita ad una proposta sonora che con maggiori sforzi potrebbe avvalersi dell'aggettivo 'originale'.
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La recensione Il cerchio infinito di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 1999-02-06 00:00:00
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