Che la scena elettro-pop-rock di Milano fosse viva già da qualche annetto, lo sapevamo già: La Sintesi, Bluvertigo, Xilema sono lì a dimostrare proprio questo, ma l'aspetto interessante dell'ensemble lombardo che andiamo a recensire è che ai modelli appena nominati, uniscono una certa vena psichedelica e quindi si rendono meno stucchevoli di quanto lo siano alcuni passaggi dei loro colleghi più illustri. L’elettronica non è usata come diversivo o come un colore tra i tanti: è la base grazie a cui i N.O.A. cercano di spostare i nostri pensieri nella loro direzione… ed in qualche caso ci riescono pure!
Sin dal primo ascolto colpisce la grossa somiglianza con un altro gruppo lombardo, gli Scisma: l’uso delle due voci alternate (maschile e femminile), certi suoni di sintesi, un gusto per le liriche intense su melodie molto semplici ed ipnotiche, ci mostrano una band capace di sorprendere positivamente in brani come “Processo a Lugin” e “Pleonasma”, in assoluto le migliori del lotto.
Purtroppo, però, non tutto il lavoro è sempre all’altezza dei brani suddetti: spesso le reminescenze dell’altrui musica si rivelano un’arma a doppio taglio, rendono riconoscibile e contestualizzabile il prodotto - ma possono anche spersonalizzarlo e banalizzare anche le intuizioni più meritevoli.
Niente da dire: il dischettino è sincero ed anche ben realizzato; c’è una ricerca particolare tra “melodie x bimbi, filosofia, elettronica e rock”. Lo sforzo è notevole e il progetto ambizioso. E’ molto bella ed evocativa la voce femminile di Emanuela ed un certo gusto per il groove musicale li rende sempre piuttosto frizzanti.
I testi si fondono bene con l’intelaiatura elettronica dei pezzi e, ascolto dopo ascolto, viene ad essere sempre più convincente l’impressione che il loro live sia realmente un qualcosa di particolare ed unico per colori e grinta.
Il punto dolente riguarda la composizione che spesso da l’idea, al sottoscritto, di nascere più da intuizioni soniche che da idee musicali in senso stretto: c’è una grossa tendenza ad assecondare un certo tipo di sound più che una linea compositiva realmente ispirata. Forse, asciugate del mare di elettronica in cui sono immerse, alcune canzoni avrebbero molto meno appeal di quanto ne hanno attualmente. Per molti, forse, potrebbe già bastare questo ma io rimango convinto che una bella canzone, ben realizzata, sia preferibile a un pezzo traballante ben realizzato.
In conclusione, non suoni troppo severo il mio giudizio: non intendo sminuire le pur indiscutibili qualità del gruppo. Mi auguro, semplicemente, di riuscire a stuzzicare l’anima di questi ragazzi affinché il prossimo lavoro si presenti un filo meno sintetico ed un po’ più concreto musicalmente.
Per riuscire a non sembrare più epigoni di nessuno e per spalancare interamente il loro potenziale verso… Nuovi Orizzonti Artificiali.
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La recensione Ritratto di Noa (ep) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2002-03-17 00:00:00
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