Noise, post rock, shoegaze e psichedelia. Un disco da cui si può venire risucchiati. Da ascoltare con cautela.
Se da piccoli, una volta rimboccate le coperte e spenta la luce, avevate la spaventosa sensazione che ci fosse qualcuno sotto il letto, astenetevi dall'ascoltare questo disco. Se la paura era poi mista a una giocosa curiosità, lasciate proprio perdere. Potreste ritrovarvi faccia a faccia con quei folletti maligni che popolano il mondo delle fiabe: i Guzznag, ad esempio, a cui gli Allan Glass rubano il nome per il loro secondo EP.
Trascinati da queste strane entità, potreste ricordare all'improvviso come vi sentivate da bambini, al buio della vostra cameretta. Vi basterà ascoltare “Satellite tra le dune”, due minuti e cinquantotto secondi di fervido e puro noise. Cadrete poi nella tana di qualche spiritello affabile, mentre “Il sergente” vi delizierà i timpani con sonorità vagamente shoegaze (qualcosa di simile ai Cosmetic) per condurvi infine al cuore del vostro viaggio. “5 giorni bugiardi”, un pezzo post rock lunghissimo ma che sembra non esserlo. Sfumature desert e psichedeliche tengono viva l'attenzione. Un solo attimo di tranquillità con “Marty's swallow” e poi “A cena con Woland”, per ricordarci che non possiamo addormentarci tranquilli. I suoni sono sporchi, impastati, come se arrivassero da quel mondo lontano, misterioso e sognante, a cui possiamo accedere solo abbandonando le nostre certezze adulte.
Marco Matti (chitarra/voce/synth) e Jacopo Viale (batteria/drum machine/synth) sono due persone di cui non dovete assolutamente fidarvi. Perché insieme hanno dato vita a un progetto fascinoso e dall'inquietante bellezza: si corre il rischio di venirne risucchiati. Per favore, lasciateli perdere.
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La recensione Guzznag di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-01-18 00:00:00
COMMENTI (1)
bravi, bel pezzo "il sergente" (prendete un bassista) - 7