Tante idee ben congegnate in soli quattro brani: è l'ottimo esordio, in zona post-dubstep, del milanese WishinWell
Come un buon motore diesel, che ci mette un po' a partire, però quando è a regime ti dà soddisfazioni: così l'uscita d'esordio del milanese WishinWell, nella quale il nostro dispiega in poche tracce tutto il suo mondo musicale: il dubstep come piattaforma, la storia dell'elettronica come veicolo, la comunicatività pop come orizzonte mobile al quale tendere.
L'iniziale “Not easy” (vocine in pitch, ciondolante beat, basso aggressivo, Fender Rhodes e romantico cantato soul bianco) spariglia già le carte: siamo di fronte ad un James Blake incrociato con Jamie Lidell o cosa? La successiva “Tie my hands”, con il suo covante basso wobble, quei campioni africani e quella tastiera tipo Dj Mujava, conferma la sensazione di trovarsi di fronte ad un personaggio dalle idee ben chiare e dai variegati ascolti alle spalle. Tra i quali un classico come “Hideaway” di De'Lacy, utilizzato con grande rispetto e intelligenza come struttura melodica per il terzo efficace brano, “(I Need A) Hideaway”.
Chiude questa bella prova, piena di idee ben incastrate fra di loro e di attenzione alla composizione e alla scelta dei suoni, il caldo soul digitale in bassa battuta di “Ostinato” (sentite il solo di chitarra elettrica!) che fa pensare al sottovalutato progetto Shobaleader One di Tom Jenkinson. Auguriamo tutto il bene possibile per la prossima uscita.
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La recensione Not Easy EP di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-10-09 00:00:00
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