Per essere un demo registrato in presa diretta, i presupposti per far bene ci sono tutti. Da annotare giusto qualche scelta inflazionata, come i vari soli, che alla lunga fanno storcere il naso.
A un primo impatto, ciò che colpisce maggiormente del quartetto cuneese a nome Macabra Moka è l'incredibile tiro del loro rock ruvido e corrotto. Cinque tracce intrise di follia e crossover di generi dei più svariati.
Dall'apertura nervosa di "Mokka Cuka", con tanto di caffettiera in ebollizione, è tutto un saliscendi tra follia metal-core (“Sistema di una Moka”, fin dal titolo a fare il verso ai System of a Down) e stoner assassino, intervallato a intermezzi esotici gipsy style e chiusure estreme (“Ossessione Crociata”). Non mancano le declinazioni post-core rivolte su intemperie alt-rock di chiara fattura nostrana, inframmezzate da digressioni di genere (“E come quando ci guardi dentro”) o gli assoluti richiami stoner veicolati attraverso cazzeggi stilistici (“Elettrostimolante”).
Per essere un demo registrato in presa diretta, i presupposti per far bene ci sono tutti. Da annotare giusto qualche scelta inflazionata, come i vari soli, che alla lunga fanno storcere il naso. Per quanto concerne il progetto, il problema più grande è forse da ricercare nell'estrema fusione di sonorità e generi, nonché nella mancanza di motivetti memorabili o scelte logiche forti, che portino a pensar ben realizzate le contaminazioni di questa, mi si passi il termine, caffeinica band.
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La recensione Espresso (demo) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-03-26 00:00:00
COMMENTI (1)
Yeah!!