Duo vintage, seppiato e polveroso, tra eclettismo blues e rabbia hard
Power-hard-freak-blues, potremmo definire la proposta del duo (male/female) casalasco, batteria lei, basso lui, depositari certamente di una tradizione iconica (il quasi spoken word di “Old Joe”, blues vecchio quanto i sandali di Mosè), che rivelano però un’attitudine allo sperimentalismo come in “Stonehead”, r’n’r abrasivo tinto di prog e con cantato incline al growl, e tanto gli basta per scavalcare a piè pari gli ostacoli del già sentito, citando a piene mani, ma evitando di impantanarsi nel clichè e dimostrando anzi una quota non indifferente di personalità.
C’è l'esplosionea làJon Spencer(d’annata) nella potente “Endless Riot” e il proto-grunge eclettico e monacale della conclusiva “Kazach March”, a chiudere il cerchio – una circonferenza rotonda, robusta e quindi solidamente inattacabile.
Data la breve estensione del lavoro e qualche modesto calo di tensione, si mantengono riserve, ma, fin qui, la strada pare ben battuta.
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La recensione Water blues di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-03-28 00:00:00
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