Se c’è un disco che con gli ascolti cresce alla distanza, “In circolo” è sicuramente uno di questi: ai primi, tiepidi ‘play’ era sembrato un lavoro prescindibile e al di sotto della aspettative che un nome come i Perturbazione, relativamente all’ambito underground, suscita da qualche anno.
E invece il tempo e la pazienza danno ragione a questo sestetto, abile nel confezionare un disco che il più delle volte rapisce l’attenzione e ti costringe a concentrarti evitando distrazioni. D’altronde i due affreschi (neomelodici) iniziali servono proprio a questo, a fermarsi e ad ascoltare piuttosto che sentire; poi arriva “Mi piacerebbe”, uno di quei pezzi che (ti) lascia il segno, con la sua ritmica serrata e gli splendidi ricami di violoncello. Ricami altrettanto splendidi che caratterizzano l’altrettanto serrata “Rocket coffee”, breve strumentale che introduce “Iceberg”, altra ballata struggente da antologia che fa il paio con la successiva “Arrivederci addio”, incantevole ‘saliscendi’ sonoro con il solito violoncello a impreziosire la traccia.
“Senza una scusa” sembra invece un episodio tratto dal repertorio di Max Gazzè - per inciso un nome che nella rassegna stampa dei Nostri forse ricorre più volte - mentre “This ain’t my bed anymore” è psichedelia moderna; non si può invece dire lo stesso, dal punto di vista dello stile, de “Il senso della vita”, efficace divertissement musicale con liriche da annotarsi nel diarietto delle citazioni.
Arrivati a questo punto l’album comincia a segnare il passo, forseperché il menù prevede ancora altre 5 ‘portate’ e l’alto livello d’attenzione che finora i Perturbazione hanno (giustamente e meritatamente) richiesto, si abbassa inesorabilmente. Il paradosso è che ciò succede non perché le canzoni non siano all’altezza delle precedenti, bensì perché c’è ancora ‘troppa carne al fuoco’ da cuocere. Finisce così che solo “Fiat lux” (una versione punk dei Diaframma) e la conclusiva “I complicati pretesti del come” (bellissima canzone d’amore!) si lasciano ascoltare in maniera particolare.
Per concludere, “In circolo” tocca i vertici di un disco ‘Primascelta’ ma arrivato in cima non riesce poi a mantenere la posizione. Se solo il sestetto avesse riservato qualche pezzo a un mini da pubblicare più avanti, riducendo così la scaletta di questo cd, a quest’ora sarebbe stato insignito del titolo.
Ma i ragazzi sono a un passo dalla vetta, e penso basti ciò per spingervi all’acquisto.
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