Titolo eloquente, verrebbe da dire. Ma qualcosa da salvare c'è.
Sono passati circa tre anni da quando recensii “...”, secondo ep dei bresciani Malena. Non uscì quella che si potrebbe definire una recensione trionfante: tanti ghirigori musicali incastonati in posti spesso sbagliati, orpelli vocali spesso più autoreferenziali che funzionali alla canzone, il tutto in una registrazione tecnicamente perfetta, purissima.
A quel quattro tracce è seguito“Senza pudore”, tredici brani inseriti un album letteralmente senza capo né coda, generoso nel minutaggio quanto povero di una reale espressività.
È rock, si dirà. Ed invece no, la sensazione costante è quella di un gruppo incapace di uscire dai propri riferimenti (Litfiba, Timoria), al punto da girare continuamente intorno ad un'idea senza poter trasmettere qualcosa, anche solo uno spaccato d'esistenza, un momento d'amore privo dei soliti cliché.
Dal conflitto interiore di “M.D.F”, uno dei brani più conformisticamente rock che mi sia capitato di ascoltare, al viaggio nella psiche umana – particolarmente naif, verrebbe da dire diplomaticamente - di “Frenetica”, brano introdotto, tanto per cambiare, da un bell'assolo vocale. Così per apprezzare, come se non ce fossimo ancora accorti.
Sorvolando su altri aspetti che rendono questo album ai limiti dell'inascoltabile, come ad esempio la quasi repettiana “Brava a pungere”, oppure la più generale sensazione di non aver ascoltato niente - dopo circa un'ora di distorsioni varie ed assoli, vocalizzi, spesso al limite dell'autocompiacimento – è nata l'esigenza di trovare tratti e spunti interessanti, degni d'attenzione.
Qualcosa emerge, come la fusione delle linee di piano e di chitarra in “Luce e Lacrime”, oppure l'intro obliquo e nevrotico della title track.
Ma su tutte emergono le atmosfere oniriche di “Nuovo Inizio”, brano che scorre sotto una coperta elettronica, capace di avvolgere le pur sempre traballanti liriche, nell'unico vero episodio riuscito della band bresciana.
Ed è proprio questo brano a dare significato e sostanza a questa recensione, chiaro segno che un nuovo auspicio è possibile. Magari meno compiaciuto e più consistente. Luminoso, più che artificialmente illuminato.
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La recensione Senza Pudore di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-06-20 00:00:00
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