Le basi ci sono ma "Coma" non raggiunge neppure la sufficienza striminzita
Apprezzabile il tentativo dei Sunday Recovery di voler recuperare le sonorità grunge (Soundgarden e Alice In Chains in primis, anche se poi finiscono per assomigliare di più ai Creed) mischiandole ad esperienze sonore relativamente più recenti (A Perfect Circle). Certo, si tratta di una definizione un po' generica, ma le 8 tracce di "Coma" non lasciano spazio a molte altre interpretazioni.
Peccato che il risultato finale - nonostante le ottime intenzioni, soprattutto per i nostalgici di quell'epoca - non sia all'altezza delle aspettative. O meglio: quando la band si mantiene su livelli di scrittura e di arrangiamenti meno elaborati (la title-track e in particolar modo "I know better"), merita l'ascolto ed evita lo skip. Quando invece prova a esporsi sul fronte della creatività, alla ricerca di un valido ibrido tra metal, hard-rock ed elettronica ("In front of you", "Young blood"), dove fanno capolino persino certe intuizioni riconducibili ai Muse, si generano mostri sonori di cui avremmo fatto volentieri a meno.
Insomma, le basi ci sono ma "Coma" non raggiunge neppure la sufficienza striminzita. Per il futuro, il consiglio è quello di allenarsi molto per imparare a scrivere solide canzoni, per poterle poi declinare in base alle propeie influenze.
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La recensione Coma di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-03-13 00:00:00
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