Pur trattandosi di un’autoproduzione, questo cd degli Urbana presenta alcuni spunti interessanti: piace innanzitutto la voglia di proporre un metal poetico (volendo, potremmo parlare anche di gothic, ma siamo abbastanza lontani dal genere), distante anni luce dalle canzonette che ultimamente gruppi come gli Him (dov’è finita l’arte sublime di “Razorblade Romance”?), ci stanno propinando senza il minimo pudore.
Qui naturalmente manca l’esperienza del gruppo navigato e la maturità nei suoni, ma, come già detto, stiamo pur sempre parlando di un’autoproduzione, con tutti i limiti che ne derivano.
Sorvolando su alcune composizioni che scivolano nello scontato (“Metal in the veins”, ilcui titolo è tutto un programma!), non posso fare a meno di segnalarvi tre brani che, a mio avviso, dovrebbero costituire le fondamenta su cui sviluppare in futuro il sound della band. Mi riferisco all’opener “Misia”, un pezzo intimista dove emerge la suadente voce di Mara, i sette minuti di “Killer of ice”, imperniata su un riffing graffiante, e “Alito di memoria”, una song dalle movenze romantiche, arricchita ancora una volta da vocalizzi femminei.
Eliminate certe ingenuità, sfruttate sempre di più la voce di Mara e curate maggiormente la produzione. Solo così farete un vero salto di qualità.
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La recensione Un solo motivo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2002-04-01 00:00:00
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