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Gothic metal da Roma. Più che una ninfea, uno stagno.

Non so se avete presente quella sensazione per cui, avendo letto un libro o visto un film durante l'adolescenza, conservate il ricordo di un capolavoro assoluto, salvo poi leggerlo o guardarlo di nuovo a distanza di anni e scoprire che vi eravate decisamente sbagliati.

Ascoltando l'album omonimo dei Nynfea mi è venuto il dubbio - piuttosto lecito poiché i miei gusti oltremodo cambiati dai tempi in cui ero propensa a determinate sonorità - che tutto il gothic metal fosse un brutto genere. Così sono andata a rispolverare le mie vecchie cassette dei The Gathering e dei Within Temptation per accorgermi che la mia generalizzazione non poteva che essere sbagliata dal momento che, pur non subendo più il fascino delle candele accese e dei lunghi abiti neri, continuavo a trovare nelle melodiose voci femminili e negli arrangiamenti una certa forma di delicatezza. Caratteristica piuttosto lacunosa nella band romana.

Più vicino ai suoni pesanti dei Nightwish, il quartetto propone una personale rivisitazione del genere, in cui il ruolo tradizionalmente affidato alla tastiera, assente, è compensato da un uso intelligente e gradevole della chitarra che, nei pezzi meglio riusciti (“Inferno”, “Miele e veleno”) è accompagnamento quasi cantautorale. Il basso conferisce la giusta verve a un pezzo come “Bruciata viva”. Per il resto, le linee vocali e le scelte metriche sono piuttosto sperticate e fuori dal controllo della vocalist fino a sfociare nella lamentela pura in “Desiderio”. I testi sciorinano luoghi comuni  (“Cura la mia follia con tante parole/ l'anima è eterna e oscura/ Luce che nera è”, “Eterna e oscura”)  e la dozzinalità dei brani è evidente sin dai titoli, eccezion fatta per la citazione lynchiana “Fuoco cammina con me”.

Più che davanti a una ninfea, sembra di trovarsi di fronte alle acque tenebrose di uno stagno. Ma del resto il genere musicale richiede all'ascoltatore il coraggio di fronteggiare anche ambientazioni di questo tipo.

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La recensione Nynfea di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-04-10 00:00:00

COMMENTI (2)

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  • blueprint 12 anni fa Rispondi

    grandi Nynfea!!!! bei riff , bella musica!

  • nynfea 12 anni fa Rispondi

    Premettendo che noi NON suoniamo gothic metal, ci stupisce che chi ci abbia recensito ci abbia giudicati paragonandoci con gruppi gothic metal, che inoltre è un genere che non rientra nei nostri gusti musicali. Ciò ci lascia molto pensare se chi emette un giudizio musicale non sa distinguere neanche lo stile che sta ascoltando.
    Volevamo precisare che il testo che la signora Roberta D’Orazio ha criticato negativamente dall’alto del suo gusto musicale e della sua cultura letteraria è la traduzione in italiano di una poesia del più grande poeta spagnolo Federico Garcia Lorca.
    Il testo che è tratto dai Sonetti dell’amore oscuro, si intitola Sonetto della lettera :“Cura la mia follia con le parole sennò lasciami alla serena notte dell’anima che dura eterna e oscura” (“Llena, pues, de palabras mi locura o dejame vivir en mi serena noche del alma para sempre oscura”)
    Probabilmente la signora Roberta D’Orazio si considera come capacità di scrittura superiore a Garcia Lorca.