I friulani Prozac+ giungono al quarto disco con questo "Miodio" - titolo sul quale evito ulteriori riflessioni in merito al doppio significato - dimostrando di avere ancora qualcosa da dire nel genere che bazzicano ormai da un lustro abbondante. Persino nel precedente "3" avevano provato a contaminare la proposta allargando il ventaglio delle soluzioni melodiche e degli arrangiamenti, ma di fatto la loro cifra rimane quella di un power-pop fortemente caratterizzato.
Nell'ultimo album, quindi, riaffermano fortemente la loro tipicità, dando libero sfogo alle chitarre - che per fortuna non rimangono impantanate nelle solite paludi punk, ma spesso e volentieri pescano dall'hard-core più melodico che possiate immaginare. L'opener "Criminale" è esplicita in questo senso, ma il resto si differenzia nelle sfumature: "Forse domani" è rubacchiata ai Placebo (può sembrare una bestemmia ma prestate ascolto all'intro), mentre "Pablo", "Mio padre" e "Agente speciale" potrebbero essere farina dei Millencolin. Ancora più distante l'episodio intitolato "Lola" - dedicato (?) ad un'ipotetica (?) donna - dove il terzetto scopre improbabili influenze cantautorali, definizione da prendere ovviamente con le molle.
Gli episodi in linea con il classico stile Prozac+ comunque non mancano: "Sto male", il singolo "Storia di Piera", "Lori" e la conclusiva "Un minuto per sempre" rappresentano la continuità col passato. Discorso a parte merita poi la cover di "Tainted love" dei Soft Cell, rilettura che i Nostri avevano già diffuso un anno fa circa via internet ma che su disco rimane senza infamia e senza lode, ma in compenso "Miodio" crediamo sia l'album della maturità quasi raggiunta da GianMaria e compagni.
Manca ancora qualche dettaglio ma siamo vicini.
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La recensione Miodio di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2002-04-04 00:00:00
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