“Kind” dei Dust è un EP sincero, di quella sincerità di chi sa che non sta inventando niente, ma frulla insieme gli insegnamenti di quaranta e rotti anni di rock e soprattutto pop. Questo tipo di operazioni hanno due possibili risultati finali: o il superfluo e noioso pastiche, o un disco come quello dei Dust, dove tutti i brani sono piacevoli come una passeggiata al mare di notte, o una corsa in auto a finestrini spalancati con il tuo migliore amico accanto. Per quanto perfettamente ascrivibili in un genere, nonostante i (tanti) riferimenti ad altre band, i Dust offrono comunque una certa freschezza e originalità nei loro brani.
"O my mind" prende le mosse dal pop-rock statunitense di ultima generezione, come gli Whigs, e "Collapse of art" scomoda alcune intuizioni dei Pearl Jam degli anni zero, mentre è evidente l'ispirazione britannica di band come Snow Patrol e Biffy Clyro in "Never defined" e "Ink-loaded love"; su tutto regna una bella e solida voce à la Tom Smith. I brani possono contare su un sound dal gusto internazionale, con le chitarre protagoniste e un ottimo e calibrato uso dei synth a riempire, concorrendo a creare quella pienezza del suono pop che ha reso celebri band come gli U2.
A cavallo dell'Oceano Atlantico, "Kind" è dunque un piacevole passatempo, sopra la media delle produzioni dello stesso genere, molto radiofonico, sicuramente capace di andare incontro alle esigenze di ascolto di un vastissimo pubblico.
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