Rock tra sperimentale e cantautorato, ovvero un mix difficile. I Superlativo riescono solo parzialmente nel loro intento
Rock sperimentale con approccio cantautorale: l’idea di fondo è senz'altro interessante, non sempre è facile centrare il bersaglio, ovvio. I Superlativo riescono parzialmente nel loro intento, alternando pezzi riusciti ad altri che lo sono decisamente meno. Ci imbattiamo in tracce come “Il nascondiglio”, intro lenta e cupa, poi la luce con una melodia morbida ed avvolgente; “L’età del ferro” e “Le cose che ho perduto”, dove invece si abbraccia il combat folk alla Modena City Ramblers; o “Pagine di ruggine”, apertura con tastiere elettroniche con un crescendo melodioso interessante.
Molto buone anche “Sotto lo zero” e “Ali”, grazie anche alla particolare timbrica di Simona Innelli. Ma non tutto convince, a volte la band scade in eclettismo che puzza di barocco, altre i synth si prendono troppo spazio, o, più in generale, i suoni raramente si amalgamano bene tra loro, creando un mix personale e potente. Sono un progetto interessante ma, se posso dare un consiglio, punterei su un piccolo passo indietro: meno generi coinvolti, meno sonorità particolari, più Canzoni.
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La recensione 13 anime in una bomba di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-03-23 00:00:00
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