STRi
Canyon 2012 - Elettronica, Post-Rock, IDM

Canyon

Un’altra sorpresa da Pesaro, città che pare sfornare talenti con facilità: elettronica, pop, barman e ballerine, tra passi di danza e pensieri notturni.

Ok, partiamo. Partiamo sorridenti per un viaggio coloratissimo e on the road, durante il quale sarà facile imbattersi in ballerine e strani soggetti in giacche sgargianti, barman sorprendenti capaci di rifilarti cocktail iperalcolici che ti lasciano dormire in auto per ore, luci stroboscopiche e neon quasi esauriti che si alternano a un sole fortissimo, caldo, paesaggi scorrevoli, foto fuori fuoco.

Un immaginario in technicolor, dilatato e sognante, è quello che si apre ascoltando gli Stri, band pesarese che si aggiunge con orgoglio alla schiera arrembante di artisti provenienti dalla cittadina marchigiana, omaggiandone anche uno con il remix di “LL” di Death In Plains. Ed è subito primavera: elettronica dai suoni pieni che costringe al movimento, che fa sperare in t-shirt ancora lontanissime, poi chiamala chillwave, IDM o come vuoi, il fattore essenziale è che “Canyon” è un disco coinvolgente, di una purezza astuta e di note sottili. Veleggia brioso tra il dreamy in loop e un pop lucido e profumato, tra accordi esotici (“Conifere”) e forma-canzone (“Caldo”), evoca la spensierata joie de vivre con l’avvicinarsi della sera, col tempo che passa anche se lentamente, con lo sguardo allo specchio che ti sembra diverso. E sai che lo è.

Otto brani che dimostrano una notevole capacità di muoversi all’interno di sonorità sintetiche, alternando in giuste dosi il sudore e l’amore, isole distanti e cameretta, in un viaggio variegato durante il quale non potremo fare altro che abbracciare questo sound.

 

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