Tra Martin Luther King e Kurt Kobain, tra prediche pacifiste e violenza grunge. Ovvero, quando si vorrebbe vivere in un’altra epoca.
Avrebbero preferito trovarsi altrove. Tipo a Washington, nell’anno di grazia 1963, quando Martin Luther King parlava di sogni e pacificazione, urlava il suo sdegno al mondo e chiedeva diritti per il suo popolo, quello afroamericano. E di certo non si sarebbero trovati male nemmeno a inizio ’90, questa volta con destinazione Seattle e dintorni, a fare comunella con zio Kurt e tutta la generazione X. Epoche diverse, a ben vedere due situazioni poco conciliabili se messe una accanto all’altra, eppure accomunate da un filo di coerenza di fondo: la rabbia.
Ecco, i Pornovalium in “Awake”, il loro disco d’esordio, hanno infilato proprio la rabbia del grunge, la violenza dei chitarroni distorti ma anche la speranza di svegliarsi e ritrovarsi in un mondo diverso. Solo così può spiegarsi l’intro che il combo umbro dedica al già citato reverendo King (niente di meno che un copia e incolla di un frammento del suo discorso più famoso, “I have a dream”), quasi a voler creare una distonia con le cinque tracce che si affacceranno di lì a poco. Così dense di rock chitarroso e tirato, sorretto da riff potenti e convincenti (“Come on baby run”), deviazioni stoner (“Easy”), tentazioni pop (“I lost your love”), ballate torbide e comunque alquanto movimentate (“Awake” e “Mirror of soul”).
Tutto o quasi ben confezionato, poco ma sicuro, e se si dovesse obiettare che “Awake” non brilla certo per originalità (facile trovare in Nirvana, Soundgarden o Pearl Jam i numi tutelari dei Pornovalium) o per sonorità rivoluzionarie poco importa. In fondo it’s only rock and roll, facile prevedere che un suono così rude e potente possa trovare parecchi estimatori.
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La recensione Awake di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-05-10 00:00:00
COMMENTI (1)
"zio Kurt e tutta la generazione X" ? mi vengono i brividi... Tornando agli Awake, direi più Creed.