Rispetto al precedente “Lux mundi”, gli Skelters non sono cambiati. L'ispirazione è sempre quella dell'Inghilterra degli anni '60, il tono è sempre scanzonato, il basso è sempre il vero traino della band, che mantiene un piede nel pop e uno nell'indie rock.
Il brano d'apertura “Burattini” è un'invettiva contro i figli di papà, i “burattini con i soldi” che non devono preoccuparsi del futuro; un invito a trovare la forza di costruirsi la propria strada, anche se l'economia va a rotoli, con tanto di declamazione alla Caparezza. Sempre sul tema dei sogni riguardo il futuro rimane “Dimmi”, mentre la cover de “Il mondo” di Jimmy Fontana conclude la triade in italiano, dando più importanza al synth che alla chitarra. Si riparte poi con i due brani in inglese, “I really love you” e “The first”, naturale prosieguo del discorso brit-pop intrapreso nel precedente disco.
Gli Skelters, quindi, non sono cambiati, ma non sono neanche migliorati, preferendo continuare su un discorso già dato; si vede un certo impegno a livello testuale sui brani in italiano, mentre quelli in inglese restano sul filone della canzone d'amore. “EP”, come “Lux mundi”, si lascia piacevolmente ascoltare senza lasciare il segno e riconferma gli Skelters bravi creatori di brani semplici e melodie orecchiabili: aspettiamo però il vero salto di qualità.
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