La svolta decisa verso il pop e una nuova consapevolezza. Gli Heike Has The Giggles superano anche questa seconda prova.
La genesi di questo secondo disco deve essere stata senz'altro faticosa e piena di ansie per il trio romagnolo, perché sono uno di quei gruppi che hanno avuto una violentissima esplosione di attenzioni fin dai loro primi passi, e per questo adesso erano un po' tutti sull'attenti, pronti per osannarli e/o scannarli. E loro hanno retto il colpo e ci hanno consegnato un disco senza pecche.
"Crowd Surfing" conserva in tutto la botta del loro esordio, quella che li aveva resa degni di nota, ma fa una cernita un po' più consapevole delle varie influenze che avevano dato vita a "Sh!". Sceglie definitivamente la strada del pop, cancellando tutti i possibili spazi d'ombra e potenziando la parte solare e carica. L'obiezione che bussa alla porta è sempre la stessa, che gli Heike Has The Giggles non hanno inventato proprio niente. Quello che fanno loro lo abbiamo sentito già mille e mille volte, in svariate salse, meno da gruppi italiani forse, ma comunque è roba che conosciamo tutti. Però, alla fine, chissenefrega.
"Crowd Surfing" è fatto da undici canzoni che ascolti senza chiederti se siano tra le migliori che hai sentito ultimamente, se te le ricorderai fra tre, quattro, cinque anni, o anche solo tra un mese. Le ascolti e ti prende bene, e questo è tutto quello che serve. E loro d'altra parte, tra il riffino di "Next Time" e l'adorabile spavalderia della titletrack, ce la mettono tutta per dare ad intendere che non hanno alcuna intenzione di fermarsi - non proprio adesso - e che non sono più soltanto tre simpatici giovanissimi che provano a mettere su un gruppo e vedere cosa ne esce, ma un progetto ben definito, con il proprio gusto e il proprio stile.
E noi, a questo punto, non possiamo che continuare a lasciargli la strada spianata.
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La recensione Crowd Surfing di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-02-17 00:00:00
COMMENTI (7)
molto divertenti, anche se , vero, non inventano nulla di nuovo. Ma finalmente qualcuno che non suoni troppo "indie.palle.mosce". Recensione molto buona.
a me non dispiacciono.
sono un onestissimo gruppo rock, punto.
i misteri della fede son ben altri, e stanno molto più in alto.
Li ho visti al bloom e pensavo che fosse una serata di gruppetti locali (con il massimo rispetto) all'esordio. Quando mi hanno detto che fanno dischi non ci credevo. E non posso crederci tuttora... Ammirevole il lavoro di booking, per trovare così tante date ad un gruppo che non sa nemmeno accordare gli strumenti bisogna essere veramente bravi.
Mistero della fede....
leo brazow per me non e' roba da pubblicare o almeno io non lo avrei mai fatto, sembra una demo da fare girare tra amici, forse a te piacciono perche' ti manca il liceo, capisco....
@feedbacknoise
Hanno un buon tiro, e a me il liceo manca un po'
troppo benevola la Perongini (cmq ottima recensione) .... ma io non posso credere che esista qualcuno che metta mano al portafoglio e produca simile robe, ma dove siamo alla festa di fine anno del liceo pestalozzi ?!?
sì davvero un disco molto solare...ma cosa hai ascoltato?