La genesi di questo secondo disco deve essere stata senz'altro faticosa e piena di ansie per il trio romagnolo, perché sono uno di quei gruppi che hanno avuto una violentissima esplosione di attenzioni fin dai loro primi passi, e per questo adesso erano un po' tutti sull'attenti, pronti per osannarli e/o scannarli. E loro hanno retto il colpo e ci hanno consegnato un disco senza pecche.
"Crowd Surfing" conserva in tutto la botta del loro esordio, quella che li aveva resa degni di nota, ma fa una cernita un po' più consapevole delle varie influenze che avevano dato vita a "Sh!". Sceglie definitivamente la strada del pop, cancellando tutti i possibili spazi d'ombra e potenziando la parte solare e carica. L'obiezione che bussa alla porta è sempre la stessa, che gli Heike Has The Giggles non hanno inventato proprio niente. Quello che fanno loro lo abbiamo sentito già mille e mille volte, in svariate salse, meno da gruppi italiani forse, ma comunque è roba che conosciamo tutti. Però, alla fine, chissenefrega.
"Crowd Surfing" è fatto da undici canzoni che ascolti senza chiederti se siano tra le migliori che hai sentito ultimamente, se te le ricorderai fra tre, quattro, cinque anni, o anche solo tra un mese. Le ascolti e ti prende bene, e questo è tutto quello che serve. E loro d'altra parte, tra il riffino di "Next Time" e l'adorabile spavalderia della titletrack, ce la mettono tutta per dare ad intendere che non hanno alcuna intenzione di fermarsi - non proprio adesso - e che non sono più soltanto tre simpatici giovanissimi che provano a mettere su un gruppo e vedere cosa ne esce, ma un progetto ben definito, con il proprio gusto e il proprio stile.
E noi, a questo punto, non possiamo che continuare a lasciargli la strada spianata.
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