Ambizioni forse troppo alte per un gruppo alle prime armi, ma si notano sprazzi di talento in questo indie-rock fra brit e psichedelia.
Avevamo lasciato i trentini Bob And The Apple un annetto e mezzo fa, con un EP acerbo ma promettente. All'ardua prova del full lenght avranno mantenuto le promesse? Possiamo dire di sì, nel senso che quattro canzoni dell'ep su cinque sono presenti anche nell'album, e le altre sette spaziano all'interno dello stesso range di generi e influenze, e sostanzialmente non fanno cambiare idea rispetto a quelli che sono pregi e difetti della produzione di questa giovane band.
E cioè una tendenza a tirarla un po' troppo per le lunghe e a eccedere con l'enfasi, che però si fa perdonare, dati giovane età e coraggio nel non volersi uniformare a certi standard indie-teen. Anche se ammorbidito da sprazzi di entusiasmo britpop infatti, quello di Rouge Squadron è un rock che ambisce a essere adulto, e che perciò indulge spesso e volentieri a intrecci post-rock e nostalgie psichedeliche - anche nei testi, che vorrebbero essere (a volte riuscendoci, altre no) lisergici ed evocativi - con qualche incursione in area hard e grunge.
I risultati non sono sempre all'altezza di così alte aspirazioni: per una title track che convince con la sua marzialità wave riverberata, per una “(lego)ista” che tiene bene la sinergia fra le chitarre urlanti e il senso di desolazione e oppressione dato dal breve testo ripetuto più volte, ci sono una “Giudice” che non riesce ad essere del tutto credibile nella sua rabbia ostentata, e banalizzata dall'andamento recitato del brano, e una “Mary Jane” che non va oltre lo stereotipo del rock rauco usato per presentare una ragazza “maledetta”. Le ingenuità ci sono ancora, insomma, ma siamo ancora solo all'inizio.
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La recensione ROUGE SQUADRON (full album) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-02-17 00:00:00
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