Sangue e cuore da vendere, potenti come e meglio di tante band straniere, i veneziani Wora Wora Washington confezionano un secondo album da leccarsi i baffi. Oscillanti tra il gusto melodico degli Strokes e le atmosfere oscure di una versione molto più adrenalinica dei White Lies, i WWW dimostrano che a volte degli epigoni italiani possono essere meglio degli originali. Non si saprebbe dire cos’è meglio in questa raccolta di canzoni e in questa band. Il drumming poderoso di Giorgio Trez? Il basso pneumatico di Matteo Scarpa? Il cantato di Marco De Rossi? O le sue tastiere distorte? Con le radici che affondano, più che nei gruppi d’oggi, in colonne degli Eighties come Wire e Killing Joke, ai tre veneziani manca solo, tra tanti buoni brani, un pezzo che sia davvero memorabile, che abbia quell’hook che entra in testa e non ne esce più. Per il momento accontentatevi di sentire l’energia che scende lungo la spina dorsale e fa muovere i vostri culi. Da godere dal vivo.
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