I Calibro 35, dall'omaggio ai maestri, provano a camminare con le loro gambe. E corrono per le strade che è una meraviglia.
Un tizio scende dall'Alfetta, sistema con un gesto nervoso delle mani il fondo dei pantaloni e indossa lo spolverino. Lo infila velocemente, di fretta, ma i movimenti – all'apparenza privi di cura – sono studiati per farlo calzare alla perfezione. Perché l'immagine conta. Un timido raggio di sole filtra attraverso il cielo di piombo e si riflette sulle lenti degli occhiali che fanno capolino dalla camicia azzurra aperta per un terzo. La sigaretta penzola mollemente fra le labbra. Si avverte un eco di sirene in lontananza, un suono che si avvicina velocemente. Troppo velocemente. Ma i bastardi non lo avranno. Le gomme fischiano sul pavé, la gente per strada osserva sgomenta. È un altro giorno nella giungla d'asfalto.
Lo scenario è sempre quello, ma questa volta i volti di Tomas Milian e Maurizio Merli lasciano definitivamente il posto a quelli di Gabrielli e compari, veri protagonisti di “Ogni Riferimento a Persone Esistenti o a Fatti Realmente Accaduti È Puramente Casuale”. Il processo di riesumazione del poliziottesco e delle colonne sonore dei grandi maestri - Micalizzi, Morricone e Umiliani in primis - è (quasi) finito. Ora si passa alla fase successiva: il ripopolamento della specie.
Registrato a New York in soli cinque giorni, il nuovo disco dei Calibro 35 puzza di Made in Italy (dal respiro outernational) che di più non si può. Sono pezzi inediti – fatta eccezione per “Passaggi nel Tempo” e “New York, New York” - fedeli alla tradizione cinefunk, sinceri e necessari come una rapina in banca ai tempi di una crisi finanziaria mondiale. La colonna sonora ideale c'è, i nipotini di Micalizzi sono cresciuti e sono pronti a raccontare con ritmica e fiati il crimine perfetto. Manca solo un novello Umberto Lenzi a metterci le immagini. Dove sei, o Novello Lenzi? Ché oggi la storia di Vallanzasca è musicata dai Negramaro, che alla fine è un po' come se quella dell'avvocato Agnelli fosse suonata dai 99 Posse.
“Ogni Riferimento” è un caleidoscopio di atmosfere e immagini: si va dal rapinagroove di “La Banda del BBQ” al piombobeat di “Massacro all'Alba”, dal papparock di “Arrivederci e Grazie” al bausciasurf di “Uh Ah Brr”, il pezzone dell'album, quello che verrà cantato dal pubblico durante i concerti, complice la linea vocale che si somma alla strumentale travolgente. Funk, jazz e rock psichedelico, blaxploitation, Bollywood e poliziottesco, tutto mischiato accuratamente da gente che sa suonare e che possiede una gran bella immaginazione, capace di affidare alla musica la regia di un vero e proprio film che si crea progressivamente nella mente di chi ascolta.
“Ogni Riferimento” rappresenta il terzo passo di un processo evolutivo, che dal mero omaggio al passato va verso una propria indipendenza, ponendo le basi per qualcosa di nuovo e di bello. I baffoni son già tornati di moda, chissà che fra un po' Giulio Sacchi – o chi per lui – non torni a far tremare Milano?
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La recensione Ogni riferimento... di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-03-12 00:00:00
COMMENTI (3)
Bello il disco! Ma lo devo dire: bella anche la recensione!
Bello il disco! Ma lo devo dire: bella anche la recensione!
"Ché oggi la storia di Vallanzasca è musicata dai Negramaro, che alla fine è un po' come se quella dell'avvocato Agnelli fosse suonata dai 99 Posse."
:-)