Per quanto benvestita, la sostanza è quella di un lavoro anacronistico e prescindibile
I Sipario tornano sulle scene dopo quasi vent'anni di silenzio. Una lunga pausa di riflessione per elaborare un disco che non si discosta molto dai lavori precedenti, se non nella migliore esecuzione ed equalizzazione dei suoni.
Si aggiungono tastiere e seconde voci, basso e chitarra ritmica sono molto più compatti e presenti, ma ancora (troppo) ancorati a strutture e sonorità del secolo scorso. Rock italiano di inizio anni Novanta, senza sorprese. E lo stesso discorso vale per l'immaginario, ormai stereotipato: danze sinuose, sciamani, anime in cerca di se stesse e degli amori perduti.
Chiaro che alcuni progressi ci sono: maggiore pienezza di suono, ritornelli anthemici, coesione tra gli strumenti; forse non tali da giustificare 17 anni di attesa, ma non siamo qui a criticare le tempistiche dei gruppi.
Da criticare è invece l'inaccortezza di non aver risolto la questione della voce, un po' più sostenuta e sicura di sé ma ancora troppo imprecisa nell'intonazione.
Spiace dirlo, ma, per quanto benvestita, la sostanza rimane la stessa e "Verso Sud" si rivela un prodotto anacronistico e senz'altro prescindibile.
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La recensione Verso sud di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-08-20 00:00:00
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