Emis Killa L'erba cattiva 2012 - Rap, Hip-Hop

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E' il 2012 in Italia. Siamo nella fase iniziale. quella in cui ci sono i ragazzini che si divertono e il vecchietto che giudica male perché è sordo sulla tastiera come Beethoven. Emis Killa lo sa e il suo teen rap porta a casa tutto.

È il 1996 in Italia. Arriva un tizio, prende un iPad e lo regala ad un sedicenne, un militonto che sta ascoltando “Cerco tiempo”, il secondo album dei 99 Posse, uno di quelli che considerano commerciale un disco come “Odio Pieno” dei Colle Der Fomento per il fatto che ha il bollino Virgin in copertina. Allora il militonto si toglie le cuffie del cd portatile, e sorpreso come un uomo di Neanderthal che raccoglie un preservativo al peperoncino da terra, apre iTunes e mette in play “L'erba cattiva” di Emis Killa. Impazzisce, gli viene un attacco di isteria seguito da coliche renali e diarrea puzzolente, tanto che non potrà più tornare al Centro Sociale, ma dovrà andare a casa a sterilizzarsi.

Tutto ciò per dire che Emis Killa non sarebbe mai potuto esistere negli anni 90. MAI!

Invece per quanto riguarda il resto: dopo che per anni il rap italiano è stato, quasi totalmente, spaventato e insicuro come quando sei lì che guardi a vuoto i quadri del dentista, arriva questa ondata travolgente di rapper auto-celebrativi e brillanti e booom, questa storia diventa generazionale. Tipo che i teenagers impazziscono, e ascoltano la musica da Youtube permettendo ad un artista come Emis Killa di racimolare per esempio 1.252.639 views per un pezzo come “D.enne.a.” (quello nel cui video ci sono scene del suo live al MI AMI 2011).

Questo primo disco ufficiale di Emis Killa è ovviamente young, ha la sua età (è nato nel 1989, anno in cui uscì “Let's get Dizzy” il primo singolo dei Radical Stuff), diciamo che difficilmente potrà far impazzire chi ha più di 23 anni, però oltre a tutta una serie di punti di vista adolescenziali, il pubblico adult potrà sicuramente riconoscere l'ignoranza e la spontaneità dello 'zio' e del suo zanza power.

Pezzi convinti, tesi, rilassati, in ogni caso potenti, con i featuting di Fabri Fibra, Marracash o Guè, storie di soldi donne e potere, di vita da rapstar, contratti discografici, haters, love story, ritornelli alla Styles P, il vocoder che fa il resto. Teen-rap, e non c'è niente di male. Anzi, l'attitudine è molto matura, tipo: a tavola e a letto nessun rispetto.

Senza porsi il problema se questo sia hip hop o no, se Afrika Bambaataa approverebbe, se Kool Herc lo suonerebbe in camera sua, insomma finalmente (o per sfortuna) anche in Italia siamo nella fase in cui il rap è ufficialmente distaccato dall'immaginario hip hop, e qui non c'è nessuno come KRS1 che arriva con il subwoofer bruciato in gola che c'ha e dice: “rap is something you do, hip hop is something you live”.

Naaah, siamo nella fase iniziale, quella in cui ci sono i ragazzini che si divertono e il vecchietto che giudica male perché è sordo sulla tastiera come Beethoven.
E' il 2012 in Italia.

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La recensione L'erba cattiva di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-02-14 00:00:00

COMMENTI (6)

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  • StefanoDisastro 12 anni fa Rispondi

    bravo wad, bellissima recensione.

  • wad 12 anni fa Rispondi

    "a tavola e a letto nessun rispetto" è un detto popolare, niente di troppo intellettuale, anzi. Poesia contadina proprio :-)

  • enricopiazza 12 anni fa Rispondi

    Che figata, finalmente ho anch'io un hater!

  • lello128 12 anni fa Rispondi

    Anzi, l'attitudine è molto matura, tipo: a tavola e a letto nessun rispetto????

    Questa me la devi proprio spiegare...

  • wad 12 anni fa Rispondi

    grazie giovanni falcone! :-)
    cmq Enrico Piazza is my man!

  • raggio 12 anni fa Rispondi

    Le recensioni di Wad mandano a casa quelle di Piazza. Sono più complete e rispettose dei vari contesti in cui si inseriscono. Non hanno la pregiudiziale della contrapposizione major/indie che non solo è superata ma anche fastidiosa come unghie sulla lavagna. Wad sa che cosa sta recensendo e che cosa sta scrivendo con cognizione di causa. Numero uno.