L'album di Clementino e Fabri Fibra, ovvero il top dell'underground e il top e basta. Sulla carta, una bomba atomica; nello stereo, una miccetta.
Rapstar, ovvero un duo che avrebbe tutte le carte in regola per devastare: uno lo sai già chi è, il primo rapper italiano ad aver raggiunto il milione di fan su facebook, che – chiariamo – non vuol dire aver messo in tasca un milione di euro. Però vabbé, il punto è che la popolarità di Fabri Fibra è un caso più unico che raro nel rap italiano. Soprattutto considerando che è bravo davvero. Ché in Italia successo e talento non vanno mica sempre a braccetto. Proprio no.
L'altro è noto a un livello più underground, ma ti manda a casa tanto in freestyle che in studio, e “I.E.N.A.” - l'album solista pubblicato alla fine dello scorso anno - è la consacrazione di Clementino, uno con uno stile mica da ridere.
Ecco, detto questo, però, resta il fatto che “Non È Gratis” è una bella fiaccata. La leggenda vuole che il progetto sia nato per gioco, un divertissement bello e buono, il diario di una collaborazione fra due artisti accomunati da stima reciproca. Sarà, ma il risultato non è granché divertente, e il disco sembra troppo affrettato e poco studiato. Tre le pecche principali: i beat, a tratti davvero mollissimi (vedi ad esempio la strumentale di “Come Me”, che sarebbe forse forse buona per farci rappare Topolino), la pressoché totale assenza di contenuti – ma in fondo non è nemmeno così facile registrare quattordici tracce senza dire praticamente nulla – e la marginalità di Fibra, ingombrante attore non protagonista che sembra aver messo in questo album lo stesso entusiasmo che si può manifestare durante un prelievo del sangue.
Non è quindi ben chiaro lo scopo di “Non È Gratis”, se non quello di fungere da intermezzo fra i futuri lavori dei due artisti, che, insieme, possono beneficiare delle rispettive influenze in due ambienti per certi versi complementari. Ma nel frattempo, quello che gira nelle orecchie è un album piatto e monotono, che non riesce a scuotere nemmeno con i bassi distorti del singolo “Chimica Brother”, epilettica marchetta dubstep efficace, sì, ma con qualche riserva. Non mancano episodi piacevoli come “La Luce” - uno dei pochi pezzi a raccontare qualcosa - o “La Prova Vivente”, con Marracash che è sempre più il capo, e se hai dei dubbi a riguardo, "senti questa traccia e poi taci, la tua tipa tromba tanto che la chiamano Roy Paci".
In definitiva, Rapstar è una bomba senza detonatore.
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La recensione Non è gratis di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-02-08 00:00:00
COMMENTI (8)
Grande! La accetto come ammissione di colpa... :-) ah, comunque i pezzi "ottimi" sono più di 4: aggiungi pure Non Si Sa Mai e Maltempo. Quelli passabili sono... quasi tutti. Non ci sono gueddafi qui dentro. Bella Prof. Piazza!
Ok, ho capito: 4 pezzi passabili sono sufficienti a consacrare un album. Mi pento e vado a scrivere "Quello di Rapstar è un bel disco" per cento volte sulla lavagna :)
Ancora non capisci... O forse non ti sei informato abbastanza sull'album e su come è nato (a parte che già da come dici/scrivi 'major' tiri fuori il maestrino che è in te... magari neanche te ne accorgi). Ad ogni modo: tu hai ascoltato Rapstar pretendendo che fosse l'album dell'anno, ecco perché la tua recensione è delusa e deludente, non l'album. A sentire le dichiarazioni dei protagonisti doveva essere un mixtape, capisci? E poi è uscito a 10€ nei negozi, così come fanno tutti coi mixtape. Se vuoi te lo scarichi dal web, se vuoi te lo compri a 9.90€ da fnac (ecco l'unica differenza con un mixtape). Anche il prezzo è da mixtape! Ma i pezzi che ci sono sopra non sono Gueddafi, ma La Prova Vivente o Prendi Il Microfono o Chimica Brother o La Luce. Solo questi motivano la spesa di 10€ perché non sono pezzi da mixtape e meritano sinceramente una recensione migliore e anche più informata! E quindi?
il prodotto non è male. buone basi, alcuni rime interessanti; ma resta una sensazione di incompiutezza...
Falcone, ti leggo l'incipit della rece di Gué: Ok, prendiamo "Fastlife 3" per quello che è: un semplice mixtape. Ti leggo l'abstract - carico di antipatia così come lo era la recensione di I.E.N.A. che ti invito a leggere - di quella di Rapstar: "L'album di Clementino e Fabri Fibra, ovvero il top dell'underground e il top e basta". Stai paragonando un mixtape con un album su una major. E i pezzoni che citi tu sono gli stessi che ho elogiato io. E quindi?
E pensare che Piazza é uno dei pochi, se non l'unico, che leggo volentieri quando si parla di rap...
Mah... Gran perplessità sulla recensione. Piazza, ma scusa, quella schifezza di mixtape di Gué Pequeno lo descrivi come "l'ennesima prova che Guè sa fare rap, e lo sa fare decisamente bene in qualsiasi contesto", Rocco Hunt invece ti ricorda addirittura Raekwon (ma sei pazzo?), però non ti è chiaro lo scopo di questo album??? Se non lo sai ascoltare, lascia pure perdere la recensione. Con episodi come Chimica Brother, Prendi il Microfono, Prova Vivente, La Luce e Non Si Sa Mai non dovresti avere dubbi. Invece sei proprio il classico maestrino con le simpatie e le antipatie per gli alunni. E lo dimostri sempre. Buuuuhhhhhh!
sempre big up per Piazza