Niente di originale in questo esordio, testi elementari su musiche più che note
Niente di originale in questo esordio degli Un giorno di ordinaria follia. Né l'iconografia stra-abusata tratta dal film di Joel Schumacher (solo per citare la più recente reinterpretazione, quella dei Foo Fighters per il videoclip di “Walk”), né lo stile e i timbri di chiara derivazione americana anni '90 possono concorrere a salvare questo EP dall'alone di stanchezza e ripetitività che lo accompagna.
Cinque brani che poco hanno da raccontare, se non l'eterna lotta contro la società che ci vuole tutti uguali, i preconcetti verso le categorie di persone (“Cane”), il desiderio di evasione dovuto al peso delle regole e degli schemi (“8 cilindri”); tematiche su cui si è scritto di tutto e di più, ulteriormente penalizzate da testi elementari: ci manca solo il mutuo da pagare e la fiera della banalità è al completo.
Gli arrangiamenti vedono protagoniste le chitarre, con suoni rubacchiati dal grunge e dall'hard rock; la voce invece, è un wannabe Eddie Vedder degli anni d'oro, ma resta inequivocabilmente una voce italiana (sapete cosa intendo).
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La recensione Un giorno di ordinaria follia di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-09-12 00:00:00
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